L'ennesimo tassello della (non poi tanto) eclettica carriera musicale di Tony Wakeford, mente dei Sol Invictus e veterano del "nuovo" folk europeo (apocalittico? come se davvero potesse svelare qualcosa di impensato: meglio sbolognare le etichette al commercio), questo duetto con Matt Howden, allora recente acquisizione dei Sol (dal 1999) si inserisce nella pigra produzione ambient/avanguardistica del corpulento cantautore.
Niente folk stavolta, dunque: la chitarra acustica non manca, ma serve a punteggiare e disseccare le patterns elettroniche e sintetiche intessute da Howden come scenario per le sue repentine incursioni violinistiche; tutto orchestrato ponderosamente per rendere onore a due rune (la terza e la non, appunto) raffigurate in copertina: il concept in realtà, come spesso nel Wakeford strumentale, è poco più di un pretesto.
La realizzazione è affidata talvolta ad esecuzioni entropiche ("Thurisaz II"), talvolta mostra una strutturazione più precisa; solitamente - ma non è una costante - durante i brani viene ripetuto il nome della runa corrispondente fino allo sfinimento; la veste ripetitiva e tribale di buona parte di questi affreschi sonori è come sempre in contrasto con il loro valore concettuale/simbolico. Mai si potrebbe immaginare musica più antitradizionale di questa, che non fa che inneggiare alla Tradizione.
Perlomeno gli esperimenti hanno un discreto interesse a livello di intrecci sonori/timbrici e l'ascoltatore è spinto a tenere alta la concentrazione; non è la noia serpeggiante di Autumn Calls (1998) che disperde i contenuti, quanto piuttosto l'eccessiva concentrazione di tensioni musicali che comunque dà spazio ad una discreta varietà di tono (non mancano episodi ai limiti dell'ambient, come può essere "Ginnungagap II").
Non indispensabile.
Carico i commenti... con calma