“I Maudlin Of The Well hanno la capacità di porre nella loro musica qualcosa che non troverete mai da nessuna altra parte: il grottesco”
Da “Enciclopedia dei gruppi coi nomi strani” di Fulvio Romiti.

“I Maudlin Of The Well dipingono il loro universo sonoro coi colori distorti di un mondo molle come un orologio di Dalì”
Da “Pittura e musica, un connubio spesso letale” di Fulvio Romiti.

“I Maudlin Of The Well compongono fiabe acide e tragedie comiche, terrificanti storie d’amore e divertenti orrori dell’essere umano”
Da “Accosta aggettivi a parole di senso opposto” di Fulvio Romiti.

Bene dopo questa terribile introduzione che a dir poco risulta stucchevole anche a me mentre dovrei stare qui a rotolarmi dalle risate possiamo introdurre l’unico Maudlin non ancora recensito su DeBaser.
A parte gli scherzi e le faziosità di inizio recensione l’oggetto, il simulacro che meglio potrebbe rappresentare questo disco e più in generale la musica di questo ensemble americano è un nano di gesso (giusto tributo ai nostri nanetti). Il nano di gesso in fondo è inutile. Ma la sua stessa esistenza non può far altro che comunicarci un senso di disorientamento, è terribilmente grottesco un nano di gesso, c’avete mai pensato? Immagino di sí. Ci guarda sornione dal basso della sua altezza, sorride spesso, perché dovrebbe sorridere? Forse è a conoscenza di qualche mistero di cui noi stolti umani possiamo solo intuirne i contorni senza riuscire a definirlo (BUM).

Lo stesso dicasi per i Maudlin Of The Well e soprattutto per questo Leaving Your Body Map dove il grottesco regna. Innanzitutto le parti di ridicolo (ma volontariamente) brutal-death del gemello Bath spariscono quasi del tutto. La prima traccia Stones Of October’s Sobbing si apre in modo simile alla delayzzante The Blue Ghost/Shedding Qliphot di Bath, anch’essa prima traccia del rispettivo cd, buon segno. Dopo circa un minuto e mezzo però inizia un delirante fraseggio doom, chitarre (pulite) pesantissime, lente, ingombranti come un branco di elefanti, il tutto accompagnato da una delirante tromba che dopo neanche un minuto accompagna una nuova evoluzione, dovrebbe essere una canzone estremamente triste tuttavia le melodie sono solari allegre, come se fosse black metal in una chiave maggiore (ndw non è black metal tranquilli).
È qui che sta il grottesco, il mistero, un paesaggio potrebbe essere una assolata giornata d’estate il cui sole batte su un ruscello di acqua ferma e melmosa o sopra una fresca colata di cemento. Segue a ruota Gleam In Ranks forse l’episodio meno malato di tutto il disco ma ugualmente stupenda. In seguito i circa 10 minuti di Bizzarre Flowers/A Violent Mist, intro con tanto di campane, voce soffusa delicata, dosata col misurino, vero relax per poi esplodere nel caos gioiosamente lugubre del resto della traccia per deliziarci con un bel finale molto fusioneggiante. La quarta traccia è invece uno stupendo interludio acustico di 4 minuti con chitarre che si sprecano in armonici naturali e qualche bongo che fa la sua comparsa verso la fine insieme al violino e alla sezione fiati (da orgasmo l’entrata del clarinetto) dei MOW. La quinta The Curve That to An Angle Turn’d è di sicuro la più romantica nonostante le apparenza iniziali dell’intero plot maudliniano. La sesta e mia preferita Sleep Is A Curse è una stupenda ballata malinconica, ma come sempre la tristezza è obbligata a passare attraverso chiavi particolarmente melodiche e solari (=accordature aperte, lampante come il sole), di sola chitarra acustica e voce.
Finisco la descrizione traccia per traccia con la mostruosa Riseth He The Numberless part 1 la più deatheggiante di tutto il disco dove ricompare più o meno lo stesso continuo sali-scendi della stupenda Ferocious Weights del debut album My Fruit…bla bla bla.
Il resto dell’album è follemente solare come le precedenti canzoni per cui evito di.

In alcune interviste I MOW hanno affermato di volere fare qualcosa che nessuno avesse mai provato a fare. Direi che per vent’anni ancora una triade simile di dischi sarà impossibile vederla, godiamo ora che possiamo farlo.
Oppio/allucinogeni uniti a vero genio artistico 3-Musica 0.

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