Il riposo del Giusto. Sabato sera: arrivo a casa dopo una settimana di lavoro, mi piazzo in posizione strategica alla tavola tanto imbandita da non discernere il colore della tovaglia sottostante, mi armo di coltello, coltellaccio, forchetta ma soprattutto dita delle mani e nutro il mio corpicione affamato con svariate sequenze random (della serie "tanto nello stomaco si mischia tutto insieme") di tutto l'agguantabile annaffiandolo con acqua di fonte e vino rosso di quello buono. Dopo cotanta mangiata di cinque minuti netti (ricordate di mangiare con calma: la prima digestione avviene in bocca) mi spalmo sul divano accendendo la tivì per cercare di coprire con il volume i rumorini digestivi dell'aria che gaudiosamente fuoriesce arzilla e squillante dagli estremi del mio tubo digerente.
Ormai collaudata è la sequenza di immagini che albergano nel mio tubo catodico come in tutti quelli del Belpaese: preti che parlano di come comportarsi sessualmente, politici untuosi alla te-lo-metto-nel-didietro-ma-con-garbo, giornalisti che passano più tempo a pigreco mezzi di un'attrice porno, musica lassativa, realitisciò come se piovesse e carrellate onanogene di culi, puppe e carne nuda in generale. Ad un certo punto m'imbatto in un tetro telegiornale dove, in mezzo alla solita sfilata di politicanti dalla lingua marrone, appare un signore che poggia abitualmente le sue natiche sulla poltrona di sottosegretario alle comunicazioni. Il nome non mi è nuovo, mi sforzo e finalmente ricordo. Sto parlando di colui che da direttore di molteplici tv locali ha lanciato nell'etere personaggioni del calibro di Wanna Marchi, Roberto Da Crema (il mitico baffo in perenne crisi asmatica) e il trans più famoso d'Italia: Maurizia Paradiso.
Classe 1955, madre prostituta e padre incerto, infanzia e adolescenza borderline, il giovane Maurizio Paradiso inizia ben presto a passeggiare travestito per le strade di Milano per raccimolare i soldi che gli serviranno per le numerose operazioni che lo faranno diventare donna a tutti gli effetti. La sua ambiguità unita ad un carattere esplosivo come pochi la lanciano pian piano nel mondo dello spettacolo: gli inizi su riviste erotiche e nell'avanspettacolo come Laura Kelly, il debutto nel cinema (soprattutto erotico) ed infine il porno tout-court (tra cui l'imprescindibile "Banana Meccanica" con la nostra nella parte di Alexandra DeLarga). La popolarità presso il grande pubblico è dovuta comunque ad una serie di programmi televisivi su emittenti locali durante gli anni ottanta e novanta: tra di essi il seminale, è il caso di dirlo, "Colpo Grosso" (fu lei a rilevare Smaila alla conduzione) e "Vizi privati" il programma di punta dell'emittente dell'attuale e già citato sottosegretario alle comunicazioni dove, tra uno spogliarello e un video amatoriale inviato dai libidinosi telespettatori, il futuro politicante guadagnava decine di milioni al mese con allupatissime telefonate in diretta tramite ben poco economiche numerazioni 144. A monte di tutto ciò c'è però "Magico mondo di notte", una sollazzevole rubrica per cultori della ginnastica notturna fai-da-te in onda negli anni ottanta su Rete A, dove la Paradiso reclamizzava video hard facendo una vera e propria telecronaca del televisivamente improponibile pornazzo di turno e salutando i telespettatori con il tormentone "Amici de las noces!".
Sull'onda lunga di questo successo la nostra Maurizia incise quindi sotto lo pseudonimo "Maurizia de las noces" questo vinile mai effettivamente distribuito, che dovrebbe temporalmente collocarsi a cavallo tra anni ottanta e novanta, ed avente un titolo quanto mai azzeccato se si pensa alla materia prima con cui si guadagnava la pagnotta: "Agitare prima dell'uso".
L'ascolto ci svela un'eterogenea cernita di brani dalle molteplici influenze, flebilmente legati tra loro da tipici arrangiamenti fine anni ottanta che, ad essere buoni, paiono schizzati fuori dalla colonna sonora di un film dei Vanzina o di Neri Parenti di quel periodo. Tra canzoni-sfrutta-tormentone degne del peggior rifiuto di Zelig, sospiri ed ammiccamenti vari una cosa però salta subito all'orecchio: nei pezzi cantati la nostra Maurizia non sfigura affatto. Intendiamoci: non siamo certo al cospetto di un'Antonella Ruggiero con gli ormoni in subbuglio, ma in mezzo alle misconosciute discografie di reginette dell'hard come Eva Henger, Luana Borgia e Moana Pozzi la Paradiso fa la sua porca (ovviamente) figura grazie ad un timbro vocale roco, grintoso e tutto sommato intonato senza troppi trucchi di post-produzione.
Fedele all'immagine lunatica e dirompente che dà di sé, Maurizia ci propone un meltin' pot di generi che spaziano tra pop-rock, canzone italiana e disco-music. In "Vigliacco", dove la nostra eroina canta di un amante fedifrago, lo stile e il timbro vocale ci fanno sentire echi di Gianna Nannini; c'è una buona dose di kitsch grazie alla cover de "La Bambola" di Patty Pravo cantata in spagnolo su base disco, scontate chitarrine spagnoleggianti e scrosci di nacchere ed infine abbiamo una struggente suonata di piano ("Conclusioni") sulla quale la Paradiso urla tutta la misantropia di chi ha avuto un'esistenza come la sua.
Ovviamente, data la sua natura di lp nato sul momento per cavalcare l'onda del successo, non mancano episodi trash di grana grossa, essenza stessa di produzioni simili. A fare "bella" mostra di sé a riguardo è infatti una coppia di pezzi dance in cui si manifesta il lato più selvaggio e diretto della Paradiso, ovvero "The Message" e "Hard-Core". Il primo è una pseudo (forse) registrazione della segreteria telefonica di Maurizia: invito a lasciare un messaggio e conseguente risposta ansimante ed arrapata di un sedicente fan, il tutto in lingua francese a dare un tono "très chic" all'insieme. "Hard-Core" è invece il virtuale singolone da classifica che apre l'album: nient'altro che un collage di frasi, tormentoni e campionamenti vari presi dalle trasmissioni televisive notturne dove la nostra beniamina vendeva pornocassette e programmaticamente introdotto dall'urlo "amici de las noces!" che dà il via alle danze.
Dategli un ascolto come ho fatto io anche se (parafrasando Maurizia stessa) la Paradiso "vi rimane simpatica come trovare Bin Laden al check-in dell'Alitalia" perché "a una bella donna tutto è concesso, ad un bell'uomo che sembra una donna no. Gli danno delle botte, si prende del frocio e pure dei calci in culo. Poi, però, se lo inculano."
Che lo sforzo sia con voi.
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