Dopo una intera giornata di lavoro, bisogna dire che la prospettiva di vedere Wesley Snipes prendere a calci nel culo i soliti alieni invasori dallo spazio profondo costituisce un grande richiamo per chiunque. Questa è fondamentalmente la ratio unica che mi ha spinto alla visione di questo film nel quale non riponevo chiaramente alcuna aspettativa oltre che quella citata e che poi è stata disattesa, perché con tutta onestà devo dirvi che - pure esprimendo al solito la sua indole cazzuta - le possibilità di vedere Wes in azione qui sono ridotte al minimo. "The Recall" (una produzione congiunta tra Cananda e Stati Uniti d'America) è uno di quei film tipici in cui gli alieni ci sono (eccome) ma non si vedono o comunque non vediamo nessuno di questi agire attivamente e in maniera significativa. Eppure secondo una definita e conclamata e vasta serie di produzioni del genere e in particolare a partire dal rinnovamento dell'estetica del genere dagli anni ottanta (direi che è impossibile sottovalutare l'influenza massiva di Stephen King, piaccia o meno la sua letteratura è stata influente come poche nei generi sci-fi e horror) questi ci sono e ne percepiamo chiaramente la presenza grazie al terrore dei protagonisti. Che poi è il nostro stesso terrore: del resto che cosa c'è di più spaventoso di qualche cosa che non vediamo? Se mi mettete faccia a faccia con un leone, state certi che questo qui mi farà meno paura che una presenza aliena ignota e anche solo supposta, ma sebbene immobile, comunque considerata in qualche modo una minaccia.
Il film è diretto da Mauro Borrelli. La storia? I protagonisti sono, a parte "The Hunter" (il nostro Wesley Snipes) un gruppo di ragazzi, cinque, tra cui due coppie e un quinto amico con una personalità atipica, schiva e con l'interesse per le videoriprese. Una combo che è praticamente un tipico cliché del genere, tanto più se poi prendiamo questi cinque e li collochiamo a passare un fine settimana in riva al lago, dove saranno sorpresi prima dall'incontro con un misterioso e aggressivo personaggio, che sembrerebbe non gradire la loro presenza, e poi da uno strano quanto inspiegabile evento metereologico, che li costringerà a non poter rientrare alle proprie case e che si rivelerà poi una delle anomalie e manifestazioni dovute alla presenza aliena.
Quello che scopriamo andando avanti nel film è che il nostro "Hunter" ha qualche conto in sospeso con gli alieni, la cui natura non ci viene mai svelata e le cui ragioni costituiscono in qualche maniera un mistero fino alla fine del film, che è sicuramente più che altro un thriller fantascientifico a alta tensione (per quel poco che fa, Wesley Snipes va bene, anche se ha chiaramente perso lo smalto e la brillantezza - comprovata anche sul piano recitativo - che gli riconoscevamo), ma che ripropone pure senza troppa convinzione il tema dell'origine del genere umano(tipo "Prometheus" oppure anceh "Stargate) ma anche quello dell'evoluzione e di come ogni specie vivente si rinnovi nel tempo, acquisendo nuove capacità e possibilità come allo stesso perdendone altre. Un tema interessante e che fa pensare a quella tipica bilancia che nel genere umano vede da una parte la ragione e dall'altra l'istinto e che pende sempre di più dalla prima parte, a discapito di una componente (che comunque permane in maniera anche forte nel nostro subconscio) che molti già rimpiangono adesso. Ma pure a fenomeni che si verificano nel mondo della natura: elefanti nascono senza le zanne per sfuggire ai cacciatori d'avorio. Ma si può definire veramente un elefante, un elefante senza zanne? E quanto ci ha perso e quanto ci guadagna nel non avere più una delle sue componenti tipiche e fondamentali? Probabilmente solo la storia potrà dare una risposta a tutte queste domande, perché l'evoluzione alla fine è come se fosse un sistema continuo di scelte a livello collettivo e queste possono essere giuste e possono essere sbagliate. Oppure forse nessuna delle due. Perché non esiste nessuna entità suprema (pure ammettendo l'esistenza di una divinità di qualsiasi tipo) che possa emettere un giudizio in questo senso.
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