Mauro Pagani, uno dei leader storici della PFM, inaugura la sua nuova etichetta discografica, la Officine Meccaniche Music.
E lo fa probabilmente nel migliore dei modi, rileggendo assieme a musicisti italiani, tunisini, israeliani, turchi, il capolavoro che lo stesso Pagani produsse e firmò assieme a Fabrizio De André venti anni fa, Creuza de Ma, uno dei dischi più importanti della canzone d'autore italiana, che con la sua base multietnica anticipò l'ondata della world music prossima a venire.
Sono in molti a dire che dischi di quella portata in Italia non se ne fanno più, e allora Pagani, prendendo le lamentele forse un po' troppo alla lettera, l'ha rifatto tale e quale. O quasi.
Il nuovo cd, che Pagani dedica all'amico scomparso («fratello maggiore e meraviglioso compagno di viaggio».) contiene i brani originali del vecchio album e brani non appartenenti alla stesura originale di Creuza quali: "Quantas Sabedes" scritto nel 1981 rimusicando il testo galiziano di una "Cantiga de Amigo" di Martim Codax,"Megu Megun" pubblicato nel 1990 e un inedito partorito da un vecchio progetto. Il titolo dell'album è lo stesso, Creuza de Ma, affiancato però da un eloquente 2004, che accentua ulteriormente il senso di tiepida malinconia presente in quel vecchio sentiero del mare, parabola del dialogo fra i popoli.
Quasi tutti i rifacimenti con la scritta duemila, sia nella musica sia nel cinema (basti ricordare Blues Brothers 2000) non sono lontanamente paragonabili agli originali. Anche questo mezzo clone targato 2004 non fa eccezione. Tuttavia il nuovo cd, grazie alle cure di un musicista come Mauro Pagani, propone delle interessanti variazioni sul tema, con un'unica, irrimediabile assenza: la voce.
Fra i musicisti citiamo Emil Zhrihan, definito uno dei quattro controtenori più bravi del mondo, il turco Savas Zurnaci al clarinetto, Mouna Amari cantante tunisina, Andrea Parodi ex leader dei Tazenda.
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