Di recente ho scoperto questo disco che ho scoperto quasi per caso ed ero fiducioso perchè i singoli "La vita com'è" e "Ti sembra normale" li avevo sentiti in radio anni fa e mi erano piaciuti. E le aspettative non hanno certo deluso.

"Mille volte ancora" è una delle migliori canzoni degli ultimi anni, con un ritmo pop e un testo bellissimo (e che mi arriva nelle viscere). Saltando "Un'uomo diverso", canzone che non odio ma non mi ha fatto impazzire, si arriva a "Sul fiume", una ballata che altre pretese non ha che narrare di una storia d'amore finita; semplicemente meravigliosa. Di "La vita com'è" ne hanno già parlato tutti quindi perchè ripetersi; però, ad essere sinceri, col resto del disco non c'entra molto, ma ciò non le toglie niente della sua bellezza. "Nulla" sembra essere una poesia messa su musica; meh, non proprio memorabile ma comunque ci può stare. "Ti sembra normale" ha un bel ritmo pop e un ritornello orecciabile che fanno da ariete al cervello dell'ascoltatore (fidatevi non ve la toglierete più dalla testa). "Disordine di aprile" è un brano molto particolare, perchè si tratta il tema di una storia d'amore, però stavolta la lei della canzone fa la stronza e non ricambierà il suo amore; pezzo piuttosto azzeccato. Provo a dirvi in breve "In breve": ha buona parte del testo tratta da "Alzo le mani", pezzo scritto insieme a Silvestri e Fabi e inciso nel disco dei tre Il padrone della festa, ed è proprio questa cosa che non mi convince; sembra che in questo pezzo Gazzè abbia riciclato quella parte di testo e messa in questa canzone che rimane comunque dignitosa, ma spero vivamente che la parte di testo di "Alzo le mani" sia una citazione e non dei versi riciclati. "Teresa" sembra essere il contrario di "Disordine d'aprile": stavolta è l'uomo che rifiuta la donna, preferendo rimanere a casa dei suoi; piuttosto anomalo come pezzo ma proprio per questo interessante. Si conclude questo disco con "Verso un'altro immenso cielo", il pezzo forse più sperimentale del disco: si inizia con un valzer per poi finire in mano a una serie di orchestrazioni (che anticipano già le intenzioni che avrà il seguente "Alchemaya").

Alla fine che dire di Maximilian? Un disco che oggi suona piuttosto anomalo, un disco così sperimentale fatto da Gazzè non si vedeva da un bel po'. Consiglio l'ascolto perchè può lasciare sorpresi i più che non conoscono Gazzè

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