Il baffuto cantautore romano decide di lasciare alle spalle quanto di buono fatto con i tre dischi precedenti per trovare una nuova direzione artistica ancor più surreale, personale ed impegnativa se confrontata alle comunque sfarzose produzioni precedenti. Intendiamoci, non che l'acerbo omonimo d'esordio, il favoloso "La Favola Di Adamo Ed Eva" o l'equilibrato "Gadzilla" siano dischi trascurabili o mal riusciti, tutt'altro.
La sensazione che si ottiene in "Ognuno Fa Quello Che Gli Pare?" è che ci sia meno spazio al brano da singolo ma sia più denso il progetto artistico complessivo. Non a caso compaiono nella line-up del disco, oltre al sempre presente fratello Francesco coautore di tutti i testi del suo repertorio, due ex "C.S.I.": Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli, inoltre sono presenti in collaborazione anche Paola Turci, Carmen Consoli, Stephan Eicher e la violinista Elena Magoni.
Il lavoro è davvero consistente ed enormemente variegato sia strumentalmente che nei contenuti. Il brano d'apertura nonché primo estratto è "Non Era Previsto" uno strano, trascinante e ritmato pezzo che vede nell'intro il suono della batteria giocattolo eseguito addirittura dal figlioletto Samuele (…ognuno fa quello che gli pare e mangia i frutti dell'esperienza, veste l'opera della sua manualità imparando le cose soltanto quando bisogna… ). Segue "Questo Forte Silenzio" dall'inizio un po' sullo stile del Battiato più tenue ma che si apre su un inciso rapido, simpatico e vorticoso. Doveva essere il primo singolo del disco ma il testo, basato sull'ironizzare che gli americani sulla Luna non ci sono mai andati, non è stato ben visto dalla casa discografica dopo che qualche settimana prima si verificò la bestiale tragedia dell'11 settembre alle Twin Towers di New York (…vedo le traveggole di dio che spostano il buio un po' più in là dove le bugie dell'uomo vagano impazzite prigioniere tutte della stessa orbita sbagliata…). Proprio in merito a questo mostruoso fatto, Gazzè riuscì a comporre ed inserire in fretta e furia nel disco la struggente e malinconica "In Questo Anno Di Non Amore" dove uno scarno tappeto sonoro pianoforte-violino è accompagnato dalla voce volutamente roca e sommessa dell'artista (…forse c'è stata una scintilla secolare in questo anno malato di non amore…).
Tornano, in "Niente Di Nuovo", certi temi che trattano alcuni meccanismi che governano la nostra vita. Musicalmente il passo è un chiaro simbolo dei nuovi arrangiamenti ricercati dall'autore, più sontuosi e giganteggianti, corposi e condensati. In "Il Debole Fra I Due" in duetto con Paola Turci siamo di fronte ad un pezzo dai tratti country-folk con la fisarmonica Ottavianelli in chiaro spolvero ed in voluta evidenza. Brano sereno e scorrevole che tratta in modo estremamente ermetico l'amore tra due persone che si modifica con il trascorrere del tempo (…prima dell'abuso a gomiti larghi sul tuo corpo che mi era perfetto tu che ora tratti l'aspetto come un traditore…). In "Megabytes" sono le riflessioni su solitudine ed incomunicabilità a condire un jungle-rock estemporaneo per Gazzè, ma molto spinto e deciso ammorbidito ogni tanto dal suono mediterraneo del mandolino. Un coraggioso e contaminato centro di idee e pensieri che entrano di diritto tra le migliori pagine delle opere di Max Gazzè (…ecco perché qualsiasi angelo può diventare cattivo se ciò che lo rende vivo fa quasi sempre scandalo…). Geniale e sognante è "Eclissi Di Periferia" dove l'artista immagina di vedere una mastodontica casa popolare romana (realmente esistente) volare via da un quartiere popolare ed atterrare per ironia del destino, come un'astronave, proprio sulla lussuosa zona Parioli della capitale stessa (…corviale che prende il volo e si tiene il cappello con le mani accanto a una donna che prega l'eclissi di periferia…).
Eccellente anche il lavoro di coppia con l'artista francese Stephan Eicher nella distesa e serena "Il Dolce Della Vita" quasi minimale nella stesura sonora (…sto capendo com'è facile succhiare il dolce della vita fra l'opinione di uno ed il parere dell'altro…). Torna la malinconia in "Non è Più Come Prima" ancora una misteriosa riflessione sull'amore che non sembra più quello ardente dei primi anni (…se la casa ci inghiotte o ci starnuta fuori dalle stanze come colleghi di lavoro un amore si invecchia… ). Infine il prorompente, duro e scintillante hard-rock dell'autobiografica ed arguta "Il Motore Degli Eventi" straordinario e trascinante brano cantato e suonato con la famelica, in questo caso, Carmen Consoli. Un salutare pugno nello stomaco quasi grunge nell'andamento (ricorda un po' il repertorio Soundgarden) ma che regala anche un intermezzo melodico e leggiadro. Forse il pezzo più rock mai creato dall'artista (… io con il naso aggiunto male agli occhi ho fatto passi da gigante… ).
Giudizio complessivo davvero alto, come al solito in questi casi è stato un disco osannato dalla critica ma che ha avuto pochissimo riscontro di vendite, cosa che ha creato non pochi problemi all'eclettico Gazzè.
Vivamente consigliato.
(Precog)
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