Scribacchio recensioni e sogno Urano, lassù, eterno, inviolabile, labile. Il mondo è tuo, sbrodolava Aladino, e noi viviamo in un tempo incongruo in cui i sogni non collimano mai con le voglie. Ben lo sa il Max Nazionale, che cerca un'America che forse non esiste più e si prende un break ma ci avvisa, fiero, che tornerà subito. Oibò, lo aspettiamo.

Peccato che, accidenti, il dischetto sia proprio tale. Poche ispirate liriche de noantri e musica sempre troppo modaiola e, al dunque, poco verace. Ha perso lo smalto Max from Pavia, le sue storie ebbre di tornitruante banalità da paese, e il bar, e la moto, e le menate, si scontrano con il vegliardo che era già ai tempi del dischetto di cui sto, con modo gagliardo, parlando. Le sue avventure di provincia sono ormai abusate e non c'è nulla di interessante da salvare.

Prode Pezzali, fiero cantore di un tempo frustato a colpi di metaforica sciabola temporale, ridotto a canticchiare "Sei fantastica", una donna ancora, forte come il rock'n'roll. Fantasia invereconda. Non è mai stato, quella sagoma del Maximo, un cantante fantastico, ma rivorremmo indietro l'uomo Ragno, possibilmente vivo, e non siffatte operette buone solo a riempire il proprio ego e disgustare gli ammiratori. Va detta una cosa, e con forza. Da tale facezie sono passati più di dieci anni e il volpone, ancorché poco arguto e assai vezzoso, Max non ha prodotto nulla di meglio, ormai nè a nord nè a sud nè a ovest nè a est egli può, come un tipico rabdomante, volgersi, da tutti i punti la si guardi non c'è più ispirazione, appunto, time out.

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