Alcuni elementi avvicinano la musica di questo tedesco che pubblica per la Kitty-Yo a Jeff Buckley. Ma è anche vero che molte di più sembrano richiamarlo pur essendone all'opposto estremo.
Non preoccupatevi spero di essere più esplicito nelle prossime righe.
Vediamo le similitudini: voce angelica ed ispirata, grande propensione alle melodie non scontate seppur pop e una attenzione maniacale agli arrangiamenti ed ai testi delle proprie creature. Ma in Hecker l'epicità e l'innata propensione all'esplorazione della propria anima musicale (e non solo) si trasformano in intimismo e ricerca di protezione sia da dare che da ricevere. Le complesse cavalcate chitarristiche diventano accennate linee melodiche di pianoforte con l'aggiunta di qualche arco (come sempre un po' troppo piacioni). Gli inarrivabili amori e le sfide (addirittura ossessive e preveggenti!) esistenziali sono qui invece labili canzoni scritte con sospiri d'amore su appassiti petali di rosa.
Particolare menzione meritano la elettroballata velvettiana "Help Me" (singolo), l'iniziale "Birch" e le "islandesi" "Dying" e "Yeah, Eventually She Goes" (hey, qui Max ha inserito una chitarra distorta!).
Romanticismo quindi, a piene mani. Per chi ama Jay-Jay Johanson, Stina Nordenstam, fors'anche Yann Tiersen... e stringon forte il cuscino sapendo che lui, purtroppo, non andrà via.
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