Facciamo un salto nel passato, più precisamente nel 1972, ed ecco che incontriamo Alfred McCoy Tyner con uno dei suoi migliori Album, Sahara, il nome dovrebbe essere tutto un programma, il Sahara è il più grande deserto al mondo nel quale riescono a sopravvivere poche specie, ma quest'album è tutto il contrario molto ritmato e veloce.
Tyner è uscito dal quartetto di John Coltrane e inizia a fare album nei quali è il protagonista indiscusso della scena, al suo fianco collaborano il flautista Hubert Laws ed il batterista Billy Cobhman, Tyner è nel pieno del suo periodo d'oro, infatti quest' album non ci delude affatto, McCoy Tyner si scatena al piano per tutta la durata dell'album, ma a differenza degli altri artisti jazz del periodo lui riesce come al solito a distinguersi, aggiungendo al piano ed alla batteria, il flauto che riesce a dare un effetto orientale al Jazz ormai collaudato afro-americano, riesce a farci immergere nella musica e farci immedesimare anche in McCoy, non ci si rende conto della lunga durata di quest'album che invece vola via proprio per la sua bellezza e velocita nel quale si svolge, se vogliamo riassumere in una parola quest'album è PERFEZIONE.
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