Parto dall' Emilia Paranoica in compagnia di un amica e in un'oretta o poco più siamo nella Leonessa, una mezz'ora buona per trovare il locale, una sosta dal benzinaio dove troviamo una buon'anima che ci da un paio di indicazioni che ne io ne lei capiamo e un magnifico cartello marroncino con scritto “Area Industriale Sud” che compare come un'oasi nel deserto che ci fa tirare un sospiro di sollievo (cazzo, se mi avessero detto che è dove facevano Radio Onda d'Urto ci avremmo messo molto meno).
Arriviamo e non c'è un cane, parte la band d'apertura e capisco.....
Si avvicina l'ora fatidica e il locale inizia a riempire ma a naso se eravamo in trecento eravamo molti!
E' questo che si meritano i Puppets?
Credo proprio di no e il concerto ne una prova assai più che evidente!
Pochi ma buoni dico io, gente che andava dal teenager a qualche magnifico quarantacinquenne mezzo hippies semisbronzo che saltellava (pogava anche in verità!) a Mine Vaganti (tipo fuorissimo che così abbiamo ribattezzato che in principio pensavo si trattasse di Iside...) che fungevano ad animatori della sbornia collettiva.
Partenza a palla di cannone con quattro pezzi da quel II che tanto me li hanno fatti amare: "Lake On Fire", "Lost", "Aurora Borealis" e "Magic Toy Missing" in ordine sparso!
Il piglio è quello di sempre a cavallo tra Hard Core, più come atteggiamento che come accordi, Country e psichedelia sabbiosa costellata di Cow Boys sbronzi, coyote e cactus rinsecchiti.
Tra cavalli di battaglia, "Plateu" ovviamente non mancava, e pezzi del nuovo album (che devo recuperare al più presto) il concerto non molla un attimo! Affiatamento a mille dimostrato dalle continue prese per il culo e scherzi che si scambiano volutamente con finti attacchi e relativi sfottimenti reciproci, divertendo in primis se stessi ed in secondo luogo il pubblico sempre più in balia della schizzata verve dei fratelli Kirkwood!
La scaletta è praticamente perfetta, studiata per far scuotere le natiche con sfrenate ed epilettiche danze da saloon e rilassanti, se così si può dire, camminate nel deserto pietroso dell'Arizona!
La mia stupenda socia, venuta più per Voyeurismo (“Oh! I Meat Puppets sono i Meat Puppets!” tipo) è in visibilio e tanto mi basta per capire che non si tratta di una mia sega troppo ben riuscita ma piuttosto di qualcosa di veramente trascinante. Cris al basso è un'animale da scena, sfoggia facce allucinate e pose mongoplegiche suonando con semplicità e urgente precisione coadiuvato da Ted Marcus (credo) che picchia con puntualità ora morbida ora animale, fra scenette dementi e libidini adolescenziali. Curt è perfetto e magnetico, canta con quella sua tipica voce sgraziata da brutto anatroccolo e suona la chitarra con consumata esperienza senza lasciarsi andare a pippe inutili risultando la scintilla, il neurone bruciato ed impazzito della Band.
Che dire, si poga, si salta, si urla, si viaggia e ci si esalta tutta la serata senza accorgersi che il concerto è in dirittura d'arrivo!
Il bis è canonico ma la voglia di macello è alta, allora si urla, si bestemmia e si invoca sino a pretendere una terza uscita con chiusura con i contro cazzi! “Sloop John B”, che io non avevo riconosciuto, come solo i Puppets sanno fare: personale, scanzonata, spastica ma per questo perfetta! Johnny ne sarebbe andato fiero!
Finito!
“Eh! Porca puttana!” e tutto quello che gli va a dietro.
Altre due ore e non sarebbero bastate.
Ho l'amaro in bocca ma non quello del luppolo, peccato!
La voglia di urlare ancora “Fuori Cazzo! ” è assillante come se la spirale in cui ci hanno fatto entrare abbia creato dipendenza nel momento stesso in cui la prima nota è uscita dagli ampli!
Tanti saluti ai conosciuti, Mine Vaganti comprese, il ritorno in Emilia è piacevole tra chiacchiere, commenti al concerto e la netta sensazione di essere passati dall'arida Arizona alla nebbiosa Pianura senza nemmeno rendersene conto!
Promesse mantenute!
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