Mi sono chiesto - ma cosa c'era, qui dentro - dentro il disco, intendevo - da farmelo apprezzare - così, a vanvera, mi sono sentito importante. Una mattina. Chi o che cosa osò, due lustri or sono, penetrare in mente mia 'sì a fondo da rimanervi sino ad oggi - sì, così, proprio a fare brutto -per goder, anche solo fosse, invero, di un mio momento 'sì, sincero - e adesso cerchiamo di capirlo assieme, tranquillo, rilassati. Respira.
Effettivamente si poteva intuire: il chitarrone, un po' di sanissima cadenza Torinese, le influenze di una scena degnamente morta - l'anno è il duemilaquattro dopo Cristo - e poi indegnamente risorta - ed eccoci a Seattle - e altre cose che mi facevano sentire un ragazzone cattivo.
In verità quando parte Microonde si intuisce già tutto, però una chance ai tempi gliela si poteva dare. Posso capire l'animo cazzaro, grezzo, il pogo nei ritornelli, insomma capita. Finito, go.
Tolta l'abilità di plagiare Pezzali nella bizzarra corsa all'accento più strano (io dò vèvoso lòdir tichè), avevo completamente dimenticato le liriche, uno dei punti più deboli del disco. Che fanno molto atteggiamento Avril Lavigne che fa l'incazzata. C'è una mia canzone che dice "merda!"
E se capita "l'intervallo Nirvana" - ReReeee FaFaFa ReeeeReeeeee FaFaFa ReeeeeeReeeeee FaFaFa ReeReeee - io - manco se n'è accorto dai - ci butto il coro di Lithium (per dire), tanto il tempo è alla qotsa, e adesso, non ci vedo più dalla fame: Sangue e Nutella!
Il resto me lo ricordo, e resta lì. C'è da dire che Diegone (che ora - o forse ora non più - sta - oppure stava - sul palco con Caparezza) e soci avevano anticipato qualche altro fenomeno teen che sarebbe venuto fuori qualche anno dopo, a dimostrazione di quanto poco bisogno ce ne fosse, di quei fenomeni.
E poi ci sono quelle volte in cui guardi lo schermo, con la mano vai convinto sul mouse,
guardi giù,
e hai la mano sul posacenere.
Carico i commenti... con calma