"Psychodelice" seconda opera di Maria Di Donna, in arte Meg, è un lavoro consigliato a chi è abituato a ascoltare la musica libero da pregiudizi. L'artista partenopea ha realizzato un disco che ammicca all'elettronica più artificiale ma che in fondo mantiene un'anima femminile che lo impreziosisce di una delicatezza confortante.
"Psychodelice" suona bene in un impianto che è in grado di valorizzare il più possibile la moltitudine di suoni di cui è composto; spesso neanche melodici ma accenni di melodie che prese da sole non dicono nulla, sapientemente incollate dal dj Stefano Fontana danno forma ad un collage multicolore piacevolissimo. L'inizio è dettato dai suoni bassi che aprono "Distante", un canzone technopop orecchiabile e trascinante, brano radiofonico di pregevole fattura. Su queste sonorità veloci e fluide sono costruite "Running Fast"e "Promises", brani che sfoggiano un'elettronica di base forte e ben calibrata. I suoni quindi non sono mai invadenti, anzi spesso sono rilassati e dopo molti ascolti è possibile capirne l'intreccio e sviscerarne la progressione. Come nel disco d'esordio Meg utilizza nei brani cantati in Italiano un timbro particolare che ricorda molto Bjork; c'è una ricerca del suono delle parole sofisticata che può infastidire alcuni ascoltatori ma è un percorso interessante e Meg, anche se s'ispira all'artista islandese, riporta nella musica italiana un modo di pesare ogni suono che le è di base estraneo. "Napoli Città Aperta" rispecchia benissimo questa ricerca coraggiosa, il soppesare ogni parola e darle la giusta impostazione sonora è una scelta coraggiosa. Spariscono i giochi di assonanze del lavoro d'esordio e brani come "Succhio Luce" e "Permesso?" sono piacevoli esercizi di ricerca sonora.
Complessivamente "Psychodelice" è un disco che suona molto bene, è equilibrato e ben suonato, forse Meg non è riuscita ancora a staccarsi del tutto dall'artista di riferimento (Bjork) ma ci sono le basi per una carriera di sicuro interesse, deve solo venire fuori un po'più di personalità.
P.S.: molto bella la confezione del disco, l'utilizzo del fucsia in contrasto con il candore del bianco regala un effetto particolare e piacevole. Da notare che Meg incide per la propria etichetta, scelta coraggiosa e controcorrente che merita sicuramente i plausi più sentiti.
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