Megadeth – Peace Sells… But Who’s Buying? (1986)

Un’intro sincopata di basso e batteria e ci siamo! Comincia il disco, che non è solo un disco, ma un documento storico che ci mostra appieno le possibilità del metal nel 1986. Quattro musicisti, Dave Mustaine, David Ellefson, Chris Poland e Gar Samuelson, i primi due metallari, gli altri due jazzisti, suonano insieme già da quasi 3 anni. Dopo un esordio al fulmicotone del calibro di “Killing Is My Business… And Business Is Good”, rilasciato l’anno prima, i 4 hanno imparato a conoscersi e adesso suonano come la versione thrash metal dei Mahavishnu Orchestra. Grazie alla saggia decisione della Combat (la loro etichetta discografica) di mandarli in tour a suonare le nuove canzoni prima di averle registrate, i Megadeth giungono in studio a febbraio dell’86 con un affiatamento e una professionalità ineguagliate, e nonostante tutti e 4 i musicisti avessero problemi con sostanze varie, il disco fu di quelli che segnano un’epoca. Con una produzione prima affidata a Randy Burns e poi a Paul Lani, una copertina leggendaria firmata Ed Repka e un attitudine da jazzisti navigati col metallo al posto del sangue, i Megadeth firmarono quello che è forse il loro capolavoro assoluto (a parer di chi scrive, si). “Wake Up Dead”, dedicata alla famosa relazione di mustaine con la spesso citata Diana, “My Last Words”, ispirata a “Il Cacciatore” di Michael Cimino, sono la prima e l’ultima canzone dell’album. Tra di esse il disco abbraccia gemme come “The Conjuring”, dedicata a certi riti di magia nera praticati da Mustaine in gioventu’, “Devil’s Island”, scritta dallo stesso dopo aver visto “Papillon” di J. Schaffner, “Good Mourning/Black Friday”, che immagina un venerdi’ in cui è possibile uccidere e fare qualsiasi cosa. Altri episodi sempre memorabili sono “Bad Omen”, che descrive, o invoca un possibile arrivo di Baphomet sulla terra, e la bella cover di “I Ain’t Superstitious” di Willie Dixon, che quasi scongiura tanta energia nera col suo arrangiamento sublime e gli assoli irripetibili di Chris Poland. Ogni singolo musicista da il meglio di sé su questo disco. Mustaine canta bene e forgia ritmiche e assoli quasi dionisiaci nella loro carica crepuscolare, Ellefson suona il basso come un maestro navigato, offrendoci svariati ganci che ci restano nel cuore, Poland è indubbiamente l’erede di Allan Holdsworth (leggendario chitarrista jazz/fusion) e sciorina una prestazione che nessun altro chitarrista è mai riuscito a ripetere, in questo genere e a mio parere in generale, e Gar Samuelson suona come un Billy Cobham in stato di grazia ma soprattutto suona come se stesso. Il batterista infatti, è stato capace di trasporre la sensibilità jazzistica in un genere totalmente diverso, il thrash metal. Questo non verrà dimenticato, e il suo stile viene tutt’oggi considerato avanti di decenni. Che dire, un gruppo pronto a dominare il mondo, i cui ostacoli non erano rappresentati da nulla se non dalla stessa ossessione dei singoli membri per stupefacenti vari. Quasi dimenticavo, resta una canzone, ed è ovviamente la title track. La famosa linea di basso fu scritta da Mustaine su un 4 corde fretless (un basso senza tasti) che Ellefson aveva appena messo a punto, e insegnata al bassista subito dopo. Un testo che parla della filosofia di vita di Mustaine, di come un ragazzo nel 1986 potesse sentirsi allo stesso tempo schiacciato e alienato dalla società e cercasse sempre un suo modo di fare unico per sentirsi sé stesso. Potrebbe anche farsi eleggere presidente, ne ha il diritto, come dice in un verso della canzone, e ci chiede se siamo sempre noi a decidere delle nostre vite o qualcun’altro ai piani alti del potere lo fa al posto nostro. Conclude chiedendo a ripetizione sardonico “la pace si vende… ma chi se la compra?”, quasi a sottolineare la disperazione del mondo, lo stesso mondo in cui si proponeva, nel 1986, di “vendere” la pace ai paesi sotto attacco bellico per smettere di attaccarli.

Il gruppo sembrava inarrestabile, i tour si succedevano, le feste aumentavano. Quando i Megadeth erano pronti per registrare il terzo album, Mustaine decise in modo ahimé sconsiderato di cacciare Poland e Samuelson, pare a causa dei loro abusi di sostanze. Questo avrà delle ripercussioni catastrofiche sul suono del gruppo, che si riprenderà con gli anni (vedi il periodo Marty Friedman/Nick Menza) ma non si ripeterà mai piu’ ai livelli di questo album.

Nell’edizione rimasterizzata da Dave Mustaine del 2004, troviamo alcuni mix originali di Randy Burns, mentre in quella del 35o anniversario del 2011, oltre ad una nota appassionata di Lars Ulrich (batterista dei Metallica e compagno di band di Mustaine negli stessi alle origini del gruppo), abbiamo la possibilità di ascoltare per intero un live letteralmente micidiale dei Megadeth a Cleveland nel 1987.

Che la pace sia con voi!

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