Parlare di band come Megadeth, Metallica o Iron Maiden non è mai facile: c'è in ballo la storia della musica, e si rischia di eccedere o in complimenti eccessivi al loro presente basati solo sul loro passato o, nel caso opposto, su accuse irrispettose per dei lavori non più all'altezza dei tempi d'oro.
I Megadeth di Dave Mustaine, ex Metallica dalla testa calda, hanno pubblicato nel 2007 "United Abominations": un lavoro che giudico positivo, nel loro splendido vecchio stile, ma non certo all'altezza di capolavori come "Killing Is My Business", "Peace Sells", "So Far, So Good... SO What", "Rust In Peace". Questi restano autentici capolavori del thrash. In seguito i 'deth avevano seguito la scia dei concorrentissimi Metallica, passando ad un heavy più classico e melodico ("Countdown To Extintion", "Youthanasia") prima di produrre qualche album-shock più vicino al commerciale che altro: "Cryptic Writings", "Risk". Fortunatamente negli ultimi anni hanno recuperato le antiche sonorità thrash ("World Needs a Hero", "The System Has Failed"), strada seguita anche da quest'ultimo "United Abominations", pur non arrivando a creare un vero gioiello capace di segnare la storia: ormai le idee sono poche.
"United Abominations" ha un'ottimo sound, delle belle sonorità thrash, ma ritengo scontato, ripetitivo e poco coinvolgente il cantato di Mustaine in gran parte delle song. "Sleepwalker" inizia lenta e procede con riff martellanti, ricalcando i tempi d'oro anche nelle parti vocalist. Assoloni e scariche chitarristiche valgono alla traccia un bel 6,5. "Washington Is Next" ha un bel riff introduttivo, abbastanza melodico. Il cantato è cupo ma si fa più profondo nel ritornello, orecchiabile. Le chitarre alternano franenti melodici ad altri più aggressivi, la batteria pesta bene: 6,5. "Never Walk Alone... A Call To Arms" è altrettanto in old style, ma il ritornello è un pò banale. voto 6. Dopo un inizio pacato, "United Abominations" accelera e si inasprisce; carino il ritornello, voto 6,5. "Gears Of War" è aperta con un riff solenne, e il cantato è cupo. Traccia poco trascinante, va un pò meglio nel ritornello. Voto 5,5. "Blessed Are The Dead" è abbastanza coinvolgente, ha un buon sound che merita un buon 6. "Play For Blood" si avvia promettente con assoli frequenti e riff rocciosi. Le parti cantate sono poco piacevoli, specie inizialmente. 6. "A Tout le Monde (Set Me Free)" è un plagio del buonissimo pezzo del 1994 dei Megadeth, storpiato dai coretti con l'italiana Cristina Scabbia (Lacuna Coil) in una mera operazione commerciale che non vale più di 5. "Amerikhastan" è introdotta da assoli robusti. Discreto il cantato, ma sempre inferiore alla musicalità. voto 6. Batteria e scosse cattive aprono "You're Dead", ma ancora una volta la composizione cantata non è all'altezza e non ti prende. Voto 6. "Burnt Ice" è un pò meglio in quest'ottica, sempre di pari passo con buona musicalità thrash: 6+.
Insomma, il disco suona bene ma è un pò arido e monotono (salvo poche eccezioni) nelle parti riservate al pur bravissimo singer, il grande Mustaine. Dave ha fatto la storia e resta un mito, però non per questo me la sento di giudicare l'ultimo lavoro per più di quello che realmente vale. I Megadeth la storia l'hanno scritta a caratteri cubitali, e lo hanno fatto alla grande fino a 10-15 anni fa: è inutile chieder loro altre meraviglie di tale portata, se volete divertirvi davvero con il gruppo di Mustaine vi consiglio di ascoltarvi piuttosto i primi 5 superalbum!
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