Mekong Delta – The Music of Erich Zann (1988)
Una foto stroboscopica, una piramide capovolta, un gruppo di 5 uomini avvolti nel dubbio.
Nome tratto dal famoso fiume vietnamita, musicisti nascosti dietro pseudonimi, musica inarrivabile e inattaccabile sotto tutti i fronti.
Questi sono i Mekong Delta, band teutonica formatasi nel 1985 per opera del bassista, compositore e produttore Ralph Hubert, alias Bjorn Eklund, proprietario dell’etichetta “AAARGH”.
Convinti che la scena metal internazionale non avrebbe accettato dei musicisti tedeschi allo stesso livello dei colleghi d’oltre oceano, Hubert e compagni scelsero dei nomi d’arte e cominciarono la loro avventura musicale all’insegna di un particolarissimo thrash metal, riletto con freschezza e stile personale nell’entusiasmante disco d’esordio omonimo (1987). Affiatatisi come band, i nostri si rimisero subito al lavoro e sfornarono appena un anno dopo quello che è forse il capitolo piu’ originale della loro carriera, “The Music Of Erich Zann”. Ispirato al famoso racconto di H.P. Lovecraft, questo disco è forse il massimo manifesto del metal piu’ intricato e tecnicamente complesso, e se fino ad ora avete creduto che “...And Justice For All” (Metallica, 1988) fosse inespugnabile, dovrete repentinamente ricredervi. Citare un brano piuttosto che un altro sarebbe quasi offensivo nei confronti dell’opera, data la sua atmosfera struggente e intensa che mai cala e mai mostra il fianco. La storia si snoda tra la figura di Erich Zann, musicista muto detentore di poteri ultraterreni, messi in musica dalla sua viola e che, come nel racconto originale, si sacrifica per salvare l’umanità da un potere troppo forte e pericoloso per essere anche solo nominato. Critiche ai mass media, riferimenti ai potentissimi “Grandi Antichi”, dei del mondo Lovecraftiano, e la sensazione che veramente la musica sia l’unico veicolo in grado di salvare il mondo che conosciamo dal male, che permea tutta l’opera. Hubert, consapevole del sacrificio di Zann, che in fondo rappresenta ogni musicista, cita il tema di “Psycho” nel brano “Interlude”, e falcia i solchi del disco con assoli di basso fino a quel momento mai uditi da anima viva. E’ infatti il basso la bacchetta del direttore, il faro nella notte, la torcia da seguire in un mondo che sta per essere distrutto. Hubert conduce il gruppo verso vette musicali di cui fino a quel momento si era solo sognato. I suoi compagni, come lui, suonano “nuovi”. Non c’è passato nella musica dei Mekong Delta, non c’è presente né futuro. E’ un proiettile sparato nel nostro cervello che ci disintegra e ci sintetizza nella citata “5a dimensione”. Una volta ascoltato il disco nella sua interezza, non potrete piu’ vivere come se niente fosse. Se cercate speranza per un mondo che sta andando alla rovina, questo è il punto da cui ricominciare.
Formazione:
Basso e chitarra acustica: Bjorn Eklund (Ralph Hubert)
Batteria e percussioni: Gordon Perkins (Bjorn Michael)
Voce e stick: Keil (Wolfgang Borgmann)
Chitarra e seconde voci: Frank Fricke (Rolf Stein)
Chitarra e seconde voci: Vincent St. Johns (Reiner Kelch)
Prodotto da Ralph Hubert,
arrangiato dalla band
Aaargh records
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