Più di un anno fa partivo da Bergen e raggiungevo Modena, la rossa Modena, per incontrare il Bassist e recarmi con la sua confortante presenza a Bologna, la bordeaux Bologna. Cosa c'era di tanto interessante? Migliaia di persone confluivano in quei giorni lungo via Stalingrado, si accampavano nel giardino dell'Unipol, mentre un incessante "uniti compatti contro la Moratti" entrava dalle finestre lasciate incautamente spalancate e diffondeva idee rivoluzionarie tra tegami e pentolame di varia natura. Quelle persone non erano lì per i Marduk. Io e il Bassist sì. Io e il Bassist eravamo davanti all'Estragon due ore prima che arrivassero entrambe le band. Ma come entrambe? Ci accorgemmo in breve tempo che oltre ai Marduk ci saremmo dovuti sorbire anche l'esibizione di quattro scialbi adolescenti del nord, Verdena credo, che vennero comuqnue violentati dagli svedesi nel backstage al termine dello show. Giustamente, aggiungiamo noi.
Più di un anno è passato, nel frattempo il Bassist si è tagliato i capelli, io mi sono tagliato i capelli. Ho abbracciato la filosofia emo. Ora piango quando vedo un gattino che non riesce a scendere dall'albero, mi faccio foto poser e ho abbandonato le già abbandonate, quanto inutili, fabbriche dismesse. Sono anche diventato straight edge, mi concedo al massimo una Fanta e con la mia ragazza faremo sesso solo dopo il matrimonio. Su msn affianco al mio nome la maggior quantità di stelline e croci possibili. Sui Marduk è sceso un pesante alone di polvere. Ora ho il poster dei From Autumn To Ashes dove una volta troneggiava quello dei Cradle of Filth. E l'Estragon? Ho cercato di seguire i pochi concerti che avevano qualcosa di emo, Burst/Poison The Well/The Dillinger Escape Plan, Cult Of Luna, Giardini di Mirò, Jesu/Isis e pochi altri. In data 26 Ottobre però noto un nome. Sì, sembra venire fuori dallo schermo e stamparsi sulle mie affaticate pupille: With Love. Corbezzoli, se non è emo un gruppo con un nome simile. Parto dunque da Bergen diretto verso Modena "con tanto amore", ma alla stazione non c'è nessuno. Dove sei Bassist? Nessuna ammaliante melodia vichinga mi accompagnerà nel lungo viaggio, ma ora sono emo, i vichinghi non sono altro che omoni puzzolenti e con rasoi malfunzionanti ora. Mi faccio forza, e mi sparo i The Get Up Kids nelle orecchie. Oh quanto piansi per il loro scioglimento.
Arrivo a Bologna, e arrivo all'Estragon. Ho due ore di anticipo ma ne approfitto per dividere la mia cena con una colonia di gattini che risiede nel giardino dell'Unipol, i gattini miagolano, per questo sono così carini. A noi ragazzi sensibili piacciono.
Finalmente aprono i cancelli, ed entro.
Oh come è scuro l'Estragon, e così poco emo, non me ne ero mai accorto. Ci vorrebbe qualche tocco di rosa shocking qua e là.
Ma i With Love sono già sul palco.
Qualcosa non va, cantante e bassista sono pelati o lì lì per diventarlo.
Se sei emo non puoi essere pelato, se hai perso i capelli vuol dire che non eri sufficientemente sensibile.
Nessuno ha occhiali nerd.
Il chitarrista ha una testa di cane di pelusche sulla testa. Questo mi consola, il chitarrista è un ragazzo sensibile ed emo come me. Gli sono praticamente davanti e faccio in tempo a domandargli sussurrando se gli piacciono i gattini, no perchè a me molto.
Il chitarrista-cane mi guarda male.
I With Love iniziano a suonare e qui può iniziare la recensione seria, visto che questa volta il concerto esiste, ma mi sembrava giusto tributare qualche riga a momenti e persone che in un certo senso non esistono più.
I With Love non si capisce bene cosa facciano: "Tuoni Fulmini Saette" fece gridare al miracolo anche i pesci, ma il gruppo non venne considerato più di tanto dal pubblico. Impressione mia, dato che a sentire il quartetto nostrano sono presenti già alcune decine di persone, forse un centinaio. Noise, feedback, Nico che impasta di delay le sue corde vocali, un trip sonoro notevole, notevole su disco e falcidiato in dimensione live dove ad emergere sono soprattutto gli stacchi a tratti emoviolence a tratti post-rock. Visto che le parti di "musica" sono un 10% rispetto a quelle di pura sperimentazione sonora, si gode poco e si soffre molto; chi ama sentire i propri timpani grattuggiati da gruppi del genere in realtà gode continuamente. Io ad esempio. Temo che mi esca sangue dalle orecchie, perchè sono pur sempre un ragazzo emo, e a un ragazzo emo il sangue fa paura.
Piccolo giallo l'assenza di un banchetto del merch, la cui presenza mi era stata anche confermata dal responsabile di non so che casa discografica che aveva pure lui un banchetto. Insomma pure mia nonna aveva un banchetto lì, i With Love no. Furbi visto che sta per uscire il loro ultimo cd e una data in concomitanza coi Melt Banana non capita tutti i giorni.
Dovute considerazioni a parte, dopo mezz'ora di show, salgono sul palco i Melt Banana. E rimango ammaliato dal fascino della cantante che so come si chiama ma mi tira aprire una nuova finestra di Esploder per controllare se lo scrivo giusto. In realtà noi italiani non ci facciamo pregare e ci lanciamo in fischi e urletti verso la bassista. Però a me piace di più la cantante. Il noisecore dei quattro giapponesi spacca i culi. Nonostante non abbiano alcun album nuovo da promuovere ("Cell-Scape" è del 2003) i giapponesi si fanno carico di eliminare qualunque ragazzo emo sia all'interno del locale con precisione maniacale. Sezione ritmica chirurgica (batterista con maglia degli Envy, leggendario gruppo emoviolence giappo che mi ha fatto veramente versare qualche lacrima) e Agata libero di sbizzarrirsi con la sua Gibson e il suo pedale del pitch-shifter. Agata usa una testata Sunn 0))). E si sentiva, o meglio, alla fine del concerto io non sentivo più niente. Ma ne è assolutamente valsa la pena.
"Cell-Scape" riproposto, fedelmente sì, ma improvvisando anche parecchio, nella sua quasi interezza e inserendo un piccolo stacco a metà concerto, un concerto nel concerto per dire, con 11 scheggie di puro noisecore sparate senza interruzioni. Melt Banana che sono tanto abili mestieranti quanto divertiti ragazzini giapponesi che sembrano in gita a Roma e fotografano i finti centurioni romani. Un gruppo eccezionale, che mette il suo piccolo mattone sulla strada senza fine della sperimentazione musicale, validissimo in studio e capace di riproporre il tutto in sede live senza perdere alcunchè ma anzi guadagnando non poco. Io ho comprato maglietta, poster e cd, e ho invitato la cantante a un appuntamento galante. Ha rifiutato; mi rifarò col Bassist.
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