Ha inizio il quarto ciclo. Tutto si ripete, ma di bene in meglio.

Saltiamo a pie' pari il primo sgangherato periodo; evitiamo le sòhpphòpera a 4 corde dicchivieneecchivà; poniamo Ozma come punto di partenza o primo ciclosenzamoto della coppietta più cicciona del rock sperimentale. Da lì in poi si avvia uno studio del riffing e della forma canzone che genererà varie scuole di pensiero ed esecuzione, culminando in sperimentazione con l'impareggiabile (a livello storico settoriale, s'intende) Lysol. Dopo quello, secondo ciclo: un album di canzoni. Houdinì. Aiutato da còbèin occhei, ma comunque c'è un - se pur relativo - successo ed addirittura un lallapalùùsza.

Da lì in poi si naviga incanalando in uno stesso prodotto un flusso non amalgamato che riporta come componenti: canzoni nel senso proprio del termine ; sperimentazioni alienanti non catalogabili. Dalla padella alla brace per tornare in padella, senza cambiar disco: semplicementeskippando.

Sino all'incontro del King con il Tony Capuozzo di Eureka - aka il Diego della Palma del Crossover - che gli rivoluziona la permanente inserendolo in uno dei progetti più deviati che si possano elencare. Li scrittura sull'allora sua nascente label, per poi successivamente incastrare il loro - ennesimo - quattrocordaio, proveniente dalle vacche, in uno schiribizzo di natura cristianoreligiosarettile. E già qui la trama s'infittisce. DolceMetàCrover, ovviamente non può essere da meno. Causa camionista con cui si era unito in matrimonio, s'imbarca verso zone di latitudine completamente opposta dal Kingsperimentale. Torna musicalmente indietro di 30 anni, ma forte dell'esperienza maturata da Ozma a Lysol. Prende in prestito i musicisti dalla moglie, imbraccia qualsiasi strumento gli capiti in mano: Altamont. Entrato quindi nel circolo vizioso dello stoner, non può far finta di non essere un idolo delle bacchette in quel giro: Men Of Porn. Ora Porn (Men Of).

Quando le due dolcimetà si riuniscono - ovvero sicurocomelamorte una volta all'anno - rinnovati nello spirito dalle innumerevoli frequentazioni, tranquillizzati dal fatto che Tony Capuozzo ti pubblicherebbe anche una partita a Ramino registrata con un mattarello, tirano fuori dituttodipiù.

Si dedicano alle rifiniture del suono, agli inserimenti elettronici, alle cover, alla rielaborazione di qualsiasi cosa sia stata incisa da Calcutta a Buonalbergo. Nella loro maniera, si sà. Addirittura ne tirano fuori uno che non ha neanche un riff - uno che uno - proprio nisba. Ovviamente anche qui le collaborazioni si contano sulle dita delle mani di tutti gli operai fiat dal 1920 a oggi. Dead Kennedys Napalm Death Lustmord Tool e tantialtri. E, riescono nell'intento. Il suono è rinnovato, saturo ed estraniante. Perfetto, ci siamo, si può fare.

Ed eccoci qua, la storia si ripete: tanto per cambiare si manda in culo il quattrocordaio (ormai è il loro sport preferito) - prendono un gran, davvero un gran bravo figliuolo dai Big_Businness. E non si sa perchè, forse per non farlo sentire solo, acchiappano pure il bacchettaro dai B_B. Il tocco di Crover è fra i più maestosi, precisamente dannosi e ben calibrati in circolazione, ma diciamoci la verità: non è mai stato una piovra dai duemila rintocchi (non puoi pestare così forte e pretendere di fare 9000 colpi al secondo). Così si spartiscono la torta: Dale pesta come sa fare, Willis rifinisce di rullanti campanelle e pierfrancescoconpatate.

10 Ottobre 2006: la storia si ripete. Un nuovo album di canzoni - c a n z o n i - dei Melvins.

Nettamente, e ripeto nettamente superiore al precedente. Tecnicamente eccelso, prodotto magistralmente, e senza esagerare in malattia. Come dire: perfetto. Addirittura, per sancire la questione, aggiungono un (The) all'ormai storico nome. Il primo album dei (the) Melvins, od il 32esimo dei Melvins. Od anche il sessantesimo - circa - lavoro dove puoi trovare i due ciccioni più in gamba del rock sperimentale. Contalo come ti pare; vedilo come ti pare; prendilo.

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