Questo è il secondo album della band di Melbourne, guidata da Colin Hay, ed esce nel 1983, a due anni di distanza dal precedente best seller "Business As Usual", riscuotendo un buon successo a livello internazionale col nuovo hit "Overkill". In realtà l'album è stato registrato nell'estate del 1982, on the road, per non ostacolare le vendite dell'antecedente disco.
Non mutano gli ingredienti che hanno portato al successo questo ensemble, con i five aussie impegnati in un rinnovamento sonico che non snaturi la formula magica dell'anthem "Down Under", ma che tracci nuove vie d'espressione e questo riesce parzialmente. "Overkill" è il pezzo più coinvolgente dell'album, con un'atmosfera rarefatta, adatta alle riflessioni di Colin con "...fantasmi che appaiono e spariscono lontano...". Le sfumature del pezzo sono molteplici, quindi ecco l'incipit con il sax drammatico e teso, un solo di guitar semplice e malinconico, quasi disperato, come il cantato: veramente un gran pezzo. Il secondo hit estratto dal disco è "It's A Mistake" una sorta di satira antinucleare con un Reggae allegro e inquieto allo stesso tempo. Brano tirato è invece "Upstairs In My House" con un assolo di chitarra dalla struttura classica e la voce struggente di Colin, che riesce a trasformare ogni parola in sensazione di libertà e festa, pur non scordando un pò di malinconia, ma sempre timidamente, senza voler aggredire l'ascoltatore.
Spazio in questo lavoro viene concesso, in fase di composizione come di canto, a Ron Strykert, che si cimenta in un pezzo energico, quasi Hard Rock: "I Like To", pervaso dalla chitarra, spremuta come in una jam in studio, liquida e briosa, con un refrain trafelato che si stampa in testa e quindi un piccolo assaggio di quello che la banda può fare (e farà) dal vivo: Rock'N'Roll per divertire e divertirsi, nulla di più. Il disco si chiude in solennità con il pezzo "No Restrictions" dagli accenti di chitarra quasi hendrixiani in apertura, che sembrano fluttuare dall'Oceania e il suono che avanza lentamente, per poi cedere il posto alla batteria scattante che accompagna Colin: in questo pezzo canta toccando il cuore, usando la voce come uno strumento, mentre il ritornello è tanto semplice quanto gustoso: "Whoa-oh-oh-Whoa-oh-oh-oh" laddove il flauto di Greg Ham si produce in un solo assai esotico, da spiaggia tropicale. C'è spazio per un lungo brano simile a "Down By The Sea" dall'album precedente, che si intitola "No Sign Of Yesterday", che a me non piace: lo ritengo lungo e privo di mordente, troppo autoindulgente; "Blue For You" è un altra storia Reggae ma più allegra, non disprezzabile. "Settle Down My Boy" contiene un bel solo di chitarra quasi spagnoleggiante, ma per il resto ha un ritornello da Zecchino D'Oro". Del resto anche "High Wire" è piuttosto anonima, Rock senz'altro e con il sax ben presente, che si ascolta in attesa di qualcosa di meglio che arriva con il brano "Dr. Hecklyll & Ms. Jive" molto più spigliato e vibrante.
Quest'album dunque ha il difetto di venire dopo il primo, di non essere una sorpresa, che è il rischio poi delle uscite discografiche, di qualsiasi genere, che si assomigliano, ma in questo caso ci sono solo tre brani perniciosi su un totale di dieci: una media alta per una band che si stava ripetendo. Nella ristampa dell'album, avvenuta nel 2003, ci sono cinque bonus track: "Shintaro" a firma Strykert ma ben cantata da Colin Hay, "Till The Money Runs Out", un prezzo brioso che si lascia ascoltare, "Upstairs In My House" dal vivo come pure le inedite "Fallin'Down", firmata da Hay e "Longest Night" composta da Ham. Il follow up di "Business As Usual" vende bene e viene intrapreso un lungo tour negli U.S.A, con alcune date in compagnia dei Clash e degli Stray Cats, durante il quale viene filmato un concerto a San Francisco (ma alcuni dicono Berkeley) nel 1984. Successivamente Jerry Speiser e John Rees lasciano la band al suo destino, che è però quello di pubblicare un terzo disco senza il fido produttore Peter McIan, ma con Colin Hay e Greg Ham dietro la consolle: il bistrattato "Two Hearts" del quale ho sentito solo "Everything I Need". A questo puunto anche Ham e Strykert lasciano e Colin che porta a termine il tour di supporto al disco con turnisti. Poi scioglie la band.
Resta il rammarico per una band onesta, simpatica, che ha regalato un sound non originale ma indovinato e sincero, grazie all'estro di Colin Hay, un simpatico personaggio che ancora oggi scrive musica e non si è mai montato la testa. Il voto è riferito allle vendite ed alla risonanza del gruppo all'epoca.
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