In questa giornate afose di mezza estate spesso i telegiornali ci tediano con i soliti consigli su come combattere il caldo e le bollenti temperature. Bene, la risposta al quesito citato è semplice: ascoltare “Insidious” degli americani Mephisto Walz.

Come potete notare sin dalla copertina, abbiamo a che fare con un rinfrescante e raggelante gothic pop - rock. “Insidious” racchiude in sé le cavalcate death rock tipiche dei Christian Death (di cui il chitarrista Barry Galvin ne faceva parte ai tempi del compianto Rozz Williams) e le atmosfere eteree e piene di struggente effetto che si rifanno al dream pop dei Cocteau Twins. Il tutto con l’aggiunta di una voce femminile (Christianna) intrisa di particolare dolcezza e tristezza allo stesso tempo che ci accompagna per tutto l’opus in questione.
Tutto quello che occorre per mitigare adeguatamente qualsiasi bollente spirito facendosi nel contempo trasportare in luoghi mentali che hanno il sapore di una brezza autunnale che muove foglie ormai ingiallite, piuttosto che di uno scirocco estivo.

Se non ci credete ascoltate la song di apertura “Magic Bag”, con il suo cadenzato e ossessivo incedere caratterizzato da un mix gotico di voce tetra e sensuale, basso gelido, chitarra dall’effetto zanzarato e batteria appena accennata. Oppure la successiva “Our Flesh”, la canzone più christiandeathiana dell’album, dal taglio decisamente death rock, che si staglia tra le distorsioni chitarristiche e la purezza e soavità dei vocals di Christianna.
Se ciò non vi basta, proseguite con “Watching From The Darkest Places”, “Before These Crimes” e “One Less Day”, in cui si sprigionano sonorità così sottili ed impercepibili da evocare sensazioni che aprono gli orizzonti, come solo i maestri del dream pop sanno fare. In particolare “One Less Day” ha dei riflessi di un tale pathos di sapore nordico che riesce difficile pensare alle origini statunitensi della band.

Si ritorna al classico death rock con “I Want” e “Witches Gold”, ottimi pezzi post–punk caratterizzati dal basso pompato a mille stile Joy Division e dal sempre presente tappeto di distorsioni guitar che fanno da sfondo alla voce tenebrosa femminile. “Memories Kill” è, invece, un esempio di come si possa combinare la darkwave e la industrial senza scadere negli stereotipati suoni elettrodark tanto in voga soprattutto negli anni 90. La prestazione canora di Christianna raggiunge il suo apice in “Nightingale”, canzone pregna di fascino e di misticismo gotico esaltato dai vocalizzi echeggianti nei cori, dalla punta di basso e dai synth decadenti nelle parti lente. Non si poteva chiudere in maniera migliore questo “Insidious” che con “Ombra Mai Fu”, in cui le atmosfere gotiche si mescolano alla passione della musica da camera.

In conclusione, questo disco è consigliato a coloro che cercano qualcosa per combattere la calura estiva senza ricorrere agli artifici dell’era moderna. Basta ascoltarlo.

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