Golden Diggers 33 - La danza delle luci, Usa, 1933, 97’,

di Mervyn LeRoy, con Joan Blondell, Dick Powell, Ginger Rogers

Un giovane ricchissimo con l'hobby del canto corteggia una ballerina senza rivelarle la sua vera identità. La trama però è solo un pretesto per una serie di leggendari numeri coreografici diretti da Busby Berkeley, tra cui spicca l’insolito Remember My Forgotten Man, sul dramma della Grande Depressione.

Sebbene io non trovi la trama “solo un pretesto” come la didascalia della rassegna riporta, devo onestamente ammettere che le sequenze musical, in particolare Remember My Forgotten Man che chiude il lungometraggio, si mangiano, per qualità, la storia ed il film in sé.

Attenzione però, ciò accade semplicemente perché le parti “musical” sono talmente belle, sbalorditive, eccezionali, che è inevitabile che vadano in un certo qual modo ad oscurare il film. Inoltre, si tenga presente che le parti musical copriranno una ventina di minuti sui 97 totali, sicchè trattasi di commedia musicale e non di musical vero e proprio.

Tuttavia il film resta, in ogni caso, molto divertente.

In inglese il Gold diggers è lo scavatore d’oro e, nell’inglese colloquiale, si rivolge alle donne che cercano di accalappiare uomini di una certa età, perlopiù ricchi o molto ricchi.

Un luogo comune, identificava come tali le ballerine del musical in questione. Ne vedremo delle belle in tal senso.

Sarà il ricchissimo giovanotto in incognito (tra l’altro musicista e compositore) ad offrire allo squattrinato ed indebitato produttore (ma pieno di idee), i fondi per realizzare questo show. Uno show nuovo, insolito, non più fatto solo di lustrini e paillettes ma che tratta il tema (attualissimo) della Grande Depressione, con un occhio di riguardo al “forgotten man” l’uomo dimenticato, tornato dalla guerra (sempre la prima, quella mondiale) e abbandonato a se stesso, in fila sotto la pioggia, per un piatto di minestra.

E insomma sto giovanotto corteggia alla grande Polly Parker (Ruby Keeler), la più dolce e graziosa del lotto (sì, per me meglio pure di Ginger Rogers, qui in un ruolo secondario). Ma t’immagini lo scandalo? Un capitano d’industria, stra-milionario, che sposa una Gold Digger? Questo matrimonio non s’ha da fare! Ed è qua che parte la commedia (invero frizzante assai) Le ragazze si compattano ed ordiscono un piano strampalato ma efficace che darà il via ad una serie di gag ed equivoci al fulmicotone. Irresistibili i siparietti tra Trixie (Aline MacMahon) lei sì, una vera Gold Digger, e l’attempato Mr. Peabody (Guy Kibbe) l’avvocato di famiglia del giovane paperone Brad (Dick Powell).

La peculiarità di questa pellicola è che lascia spiazzati, nel senso che intorno ad una love-comedy, mai ti aspetteresti una chiosa di denuncia (alla guerra, all’America, ai suoi cittadini-soldati abbandonati e dimenticati) di tali dimensioni e proporzioni, veicolata attraverso un musical i cui numeri coreografici (la danza delle luci o dei violini) ti lasceranno di stucco e colmo di meraviglia.

This (was) Hollywood!

...this or these? (vabbè sticazzi, il mio inglese è pecoreccio, sicchè).

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