Ho sempre considerato gli ascoltatori di Merzbow un gruppo esiguo di cretini. Quella tipologia di persone che deve mostrare la “pelliccia” per distinguersi forzatamente dalla massa e , seduti sul loro immaginario podio, sputano sentenze riguardo tutto ciò che rientra nel vastissimo calderone che chiamiamo “musica”.
Non ho mai amato i suoi fans ma, ad essere sincero, non ho mai amato nemmeno lui. Un japan-nerd di prima categoria, solito produrre scorreggie cacofoniche ed altre bestialità sintetizzate con il solo scopo di far parlare di se.
Ma nella vita si cambia! Capita che in un momento “no” della tua esistenza vuoi qualcosa di talmente estremo che, al confronto, Black Metal e Grindcore sembrano generi per ragazzini. Hai bisogno del caos primordiale e di efferatezze sonore in grado di spazzar via tutto lo schifo e il marciume che ti circonda. Quotidianamente o meno.
All’inizio ti senti un po’ coglione: anche tu stai cadendo in quella trappola per trippisti snob ma, a lungo andare, te ne freghi allegramente e cerchi, non senza qualche difficoltà, di gettarti anima e corpo nella bolgia cacofonica creata dal giapponese Masami Akita.
“Music For Bondage Performance” è un classico di Merzbow.
Rumore bianco, sibilii che ti perforano i timpani e il cervello, suoni ambientali e tutte le diavolerie possibili e immaginabili create per condurre l’ascoltatore verso il delirio. Roba da pazzi, c’è da credermi!
Un collage anarchico, devastante, privo di qualsiasi forma di melodia o di sembianza musicale.
Sarà anche musica per “Bondage” ma , se volete il mio modesto parere, questa è sopratutto musica per un'apocalisse prossima e ventura. Un'apocalisse generata da macchine cannibali e da esplosioni atomiche.
‘Fanculo al mondo intero!'Fanculo alla crisi! Io fuggo con Merzbow!
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