I Meshuggah sono, senza timore di smentita alcuno, una delle formazioni metal più originali degli ultimi anni. Quello che andrò a recensire è in assoluto il loro primo full length, uscito nel '91 sotto Nuclear Blast.
La formazione differisce leggermente da quella attuale, in quanto il cantante Jens Kidman qui si occupa anche della chitarra ritmica, e il bassista era ancora il buon Peter Nordin; alla chitarra solista troviamo l'ottimo Frederik Thordendal e alla batteria Thomas Haake, inaspettatamente artefice di un drumming forsennato e veloce, senza nulla concedere alle tempistiche dispari e ragionate che l'hanno reso popolare nelle manifestazioni espressamente dedicate alla batteria.
Sul disco effettivamente non è che ci sia molto da dire, essenzialmente è il disco più accessibile della loro discografia in quanto ripropone, seppur con enorme perizia tecnico/strumentale, canoni e dettami del thrash metal vecchi di dieci anni e più con ogni tanto divagazioni sul tema costituite dalle prime apparizioni di assoli di matrici fusion, ma in generale il cd è assolutamente lineare tanto che pare viaggi su un binario.
Ed è proprio per questo, oltre che per l'intrinseca banalità di un genere pacchiano e prevedibile che il disco assolutamente non convince il tutto senza contare il neo più grande, ovvero la pessima prestazione di Jens Kidman alla voce: in questo album i suoi vocalizzi sono limitati a una banale imitazione di James Hetfield dei Metallica sguaiata e al limite del raglio agonico, tanto che è quasi impossibile comprendere quali parole stia urlando nel microfono. A nulla servono le back vocals urlate degli altri membri del gruppo, che creano un effetto cacofonico fastidioso e fanno molto curva sud.
Dei nove brani presenti spicca solo l'opener, cattiva, veloce e ben suonata, ma tutto il resto del disco non se ne discosta più di tanto, e la ripetizione degli stessi canoni stilistici stanca prima di giungere all'ultima traccia.
In definitiva, la dimensione prettamente "artistica" di un lavoro del genere è pressochè nulla, ma già si possono scorgere spunti degni del nome che portano quali i sopracitati solos e un'abilità tecnica fuori dal comune.
Se avete pregiudizi riguardo al genere metal in toto insomma, non sarà certamente un disco come questo a smuovervi dalla vostra posizione, in quanto ricalca tutte quelle caratteristiche che vengono imputate al thrash quali rozzezza e banalità, unite a una quasi totale mancanza di originalità.
Per collezionisti.
Carico i commenti... con calma