Un dodicenne si reca nel negozio di dischi, e chiede "Masters Of Reality" dei Sabbath fresco fresco di RE-Release e in nice-price; l'astuto negoziante, non avendolo, e calcolando che in genere un dodidicenne è musicalmente allocco, gli propone (o propina, fate vobis) il disco metal più venduto del periodo.
Il Dodicenne torna a casa, e dopo aver messo il piccolo stereo portatile a una prova non sopportabile per quasi un'ora, non avendo distinto neanche un suono, bestemmia ampiamente il negoziante, abbandona il cd e si promette di cambiare negozio.
Passano tre anni, e il quindicenne fa una festicciola in casa, dopo un po' molla lo stereo (questo però degno di nome e non portatile) e dice all'amico metallaro di pensarci lui. Dopo un po' parte un disco, il quindicenne pensa che l'amico metallaro ha portato le sue chicche da casa, e si gode un gran bel cd. La festa finisce e il nostro eroe chiede all'amico il nome di gruppo e cd che aveva piazzato all'inizio, ottenendo come risposta un BOOH, se non lo sai tu che il tuo, figurati quanto ne so io. Allora il quindicenne capisce che a dodici anni non capiva un cazzo di musica, ascolta per mesi il cd e ritorna spesso dal negoziante astuto.
Ora il quindicenne ne ha diciannove, e continua ad ascoltare quel cd, che presenta caratteristiche difficilmente ritrovabili in altri lavori.
Ritmi estremamente intricati sottoposti a continui cambi di velocità, (pur mantenendola sempre molto elevata) il "solista" (Fredrik Thorendal, mente del gruppo) ci delizia con distorsioni molto taglienti ma mai fuori posto, e riuscendo a inserire in vari pezzi assoli jazz-fusion ("Sublevels" la più contaminata), che detto così pare una cozza nei tortellini alla ricotta, ma è la ciliegina sulla torta, bassista (Peter Nordin) che riesce anche a "condurre la baracca" ("Beneath"), batterista-seconda voce (Jens Kidman) di quelli dalla doppia cassa "facile", e logicamente cantante dal growl animalesco.
In questo album si trova un po' di tutto, dal Thrash B.Area anni 80 ("Future Breed Machine"), traccie più monolitiche e scandite ("Soul Burn", con un finale incredibilmente intricato), pezzi come "Inside What's Within Behind", che ricorda i F. Factory, ma dopo 15 anni di scuola di tecnica, arpeggi melodici (Marten Hagstrom in "Acrid Placidity").
Lo ho visto varie volte fra siti e giornali nei 10 migliori dischi metal di tutti i tempi, sicuramente il capolavoro della band.
Nel giorno di Halloween non riesco a pensare ad un disco più azzeccato.
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