Fino a dove possono giungere l'annichilimento, la pazzia e la violenza ?

Questo "Nothing" si pone come terzo capitolo di una fortunata trilogia iniziata dagli svedesi nel lontano 1995 e, parafrasando Scream 3, se 'Destroy Erase Improve' aveva stabilito le regole del Meshuggah Sound, fatto di post thrash, jazz, e straordinari tempi dispari sostenuti da quel (signor) batterista che è Tomas Haake, 'Chaosphere' le aveva in parte infrante, eliminando le melodie jazzate (che avevano secondo me contribuito di molto a fare la fortuna di DEI), aumentando le distorsioni e la cripticità dei brani. "Nothing", le regole, le ignora completamente.

Tempi lenti, pesanti come un cingolato, eliminazione totale della melodia, se non negli assoli pazzoidi e schizofrenici di Fredrik Thordendal. Persino la voce del pelato, la belva umana, Jens Kidman è abbastanza diversa: non più il vocione che urla "future breed machine!" ma delle vocals più ragionate, opprimenti, "declamate" spesso in metrica.
In questo album il five-piece scandinavo amalgama dieci canzoni (termine abbastanza riduttivo per queste Composizioni con la C maiuscola) gelide, ostili, prive di ogni forma di comunicazione, in nome della cripticità più totale.

Una traccia simbolo potrebbe essere Spasm, con il suo incidere cadenzato e sottolineato dagli arpeggi glaciali di Thordendal, oppure Closed Eye Visuals, con quell'intermezzo quasi alieno, l'unico punto "calmo" del disco. Con questo loro quarto album, i Meshuggah si potrebbe dire che abbandonano il metal propriamente detto, evolvendosi in qualcosa di più, qualcosa di più folle, più malato, più inumano.

Perché é chiaro che qui si ha a che fare con la follia più spietata.

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