Si lo so non è ancora uscito il disco, ma siccome più di una volta è successo che qualcuno recensisse dischi prima della loro uscita, non me ne vogliate ma questa volta mi arrogo il diritto di parlare di quest'album prima della data d'uscita.
Non ci siamo, non questa volta, diciamolo subito, i Meshuggah del 2008 hanno mezzo fallito, l'obiettivo è stato centrato solamente in maniera parziale.
Perchè iniziare la recensione in questo modo? Semplice perchè questo "ObZen", se da una parte ci ripropone il classico stile della band svedese, vale a dire un post-thrash metal infarcito a più non posso di tecnicismi d'ogni tipo, d'altra parte ci mostra una band stanca, che non riesce più a stupire come accaduto in passato.
Era già da "Catch 33" del 2005 che i Meshuggah non tiravano fuori dal cilindro qualche cosa di veramente formidabile, ma da qui a pronosticare una situazione del genere sinceramente ce ne passa, nulla di improponibile sia chiro, in fondo le canzoni sono ben strutturate, i riffs sono potenti e le ritmiche come al solito risultano complesse e camaleontiche nella loro evoluzione, ma ciò che veramente manca è il fascino presente nelle composizioni del passato: in "ObZen" ci troviamo davanti ad una manciata di canzoni appena più che discrete, alle quali si alternano composizioni abbastanza scadenti e confusionarie; altro aspetto che non sembra proprio convincere risulta essere la voce di Kidman che in più di un frangente risulta sforzata e quasi fuori luogo.
Naturalmente spluciando per bene tutte ed otto le canzoni qualche cosa di pregevole si riesce a trovare, mi vengono in mente, ad esempio, le tastiere utilizzate in "Bleed", forse l'unica traccia dotata di quel fascino del passato che nel disco è assente, capaci di dare al pezzo atmosfere dalle vaghe tonalità gothic, che impreziosiscono ancor di più l'unico "goal" segnato dai nostri nell'album.
Altri aspetti da lodare risultano poi essere sicuramente la prestazione strumentale dei nostri, davvero superba e del tutto esente da critiche, mostrando finalmente delle linee di basso un po' più raffinate e meno rozze rispetto al passato, il che grazie anche alla presenza di un Bassista (ricordiamo che nel 2005 su Catch 33" il basso era suonato da Kidman, che per chi non lo sapesse ricopre in realtà il solo il ruolo di cantante), ma anche assoli di chitarra di gran gusto dotata della giusta dose di melodicità e complessità tecnica, ma soprattutto a stupire è la qualità di registrazione, capace di rendere giustizia ad ogni singolo strumento, risultando pulitissima ma non plasticosa o stucchevole, rischio in cui c'è pericolo di incappare quando si sceglie di dare all'album dei suoni molto puliti.
Beh, che altro aggiungere? Niente direi, se non che i Meshuggah del 2008 sono così, non esattamente convincenti, incapaci di shockare l'ascoltatore, ciò nonostante riescono ancora a tirare fuori album sufficienti e, a grandi linee, ancora nella media qualitativa delle uscite di oggi.
Carico i commenti... con calma