Sono moltissime le cose che ignoro sull'ameno comune di Cittadella: so giusto che ha una squadra di calcio che gioca da tempo in serie B, e che qui è nata la più grande pallavolista del mondo, Paola Egonu. Cosa pensereste, però, se vi dicessi che Cittadella ha dato i natali anche a un gruppo Metal di caratura mondiale? Perché questo sono i Messa, che della loro città interpretano l'anima più intima e oscura; con un'altra band Metal di fama internazionale, gli Ad Nauseam, fondata in quella Schio che si trova a 50 chilometri di distanza: rispetto alla scena veneta, si è visto di peggio.
Devo ammettere però che i Messa non mi hanno mai preso più di tanto: spizzicavo i loro album, ma dopo un po'ne restavo puntualmente annoiato. Non è questo il caso del loro quarto full-length, The Spin, pubblicato ieri, freschissimo, che non posso quindi non definire il miglior lavoro di una carriera promettente e già solida.
I Messa flirtano col Doom metal, arricchito come d'abitudine dalle influenze più disparate: l'opener "Void Meridian" mi ha ricordato i mitici Obsessed, impreziosita da un lavoro di chitarra da parte di Alberto Piccolo che si rivela eccelso per tutta la durata dell'album; si va dallo Stoner marca Elder di "Fire on the Roof" alla cupa sonata pianistica di "Immolation", dagli spunti Jazz di "The Dress" all'incipit quasi da Delta blues di "The Reveal", col brano più lungo, intenso e pesante, "Thicker Blood", a suggellare degnamente questo lavoro. Un album pervaso da un'atmosfera oscura degna dei tormenti emotivi più intimi, gotica, esoterica, elevato dalla fantastica voce da sacerdotessa dell'occulto di Sara Bianchin, il loro vero fiore all'occhiello.
Una band che può piacere o meno, di cui però andare fieri, in un paese dove la TV nazionalpopolare è rimasta perlopiù, con tutto il rispetto, ai Ricchi e Poveri e ai Cugini di campagna.
Alla prossima.
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