...scurrile, scabroso, TOSTO: Metal Carter esce dagli schemi per scrivere questo pezzo rap anticonformista al massimo.

Esordisce in maniera a dir poco diretta, con parole che consentono di inquadrare immediatamente il genere di canzone di cui si tratta ("...stupro mia nonna dentro un bosco, le infilo nella vagina un poster di Vasco") e prosegue con varie altre metafore, eufemismi e citazioni, senza paura di risultare volgare. L'artista sfida la censura proponendo parole schiette, dure, perfettamente inserite nel ritmo musicale ("...alla Standa ho organizzato già sei attentati, tutti falliti, giro con un clan di drogati accaniti!") e soprattutto il martellante ritornello ("antagonista e me ne compiaccio, pagliaccio di ghiaccio, pagliaccio di ghiaccio..."), ripetuto più volte, resta in mente meglio di qualsiasi tormentone estivo.

L'estrema scurrilità sottolinea la rabbia, la delusione di Metal Carter, nell'essere spettatore di un mondo che, al giorno d'oggi, seppur protagonista del suo tetro palcoscenico non sa camuffare le sue mille pecche; un mondo che cade a pezzi, un mondo che a pensarci bene fa ridere (un pò come un pagliaccio...) anche se in realtà ci sarebbe solo da piangere (...per questo è glaciale, la risata si blocca e non esplode).

E, visto che è detto da una quattordicenne, vi faccia pensare...

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