Questo disco non rientrerà mai nelle classiche lists dei dischi metal da avere ad ogni costo ma si candida a tutti gli effetti per essere uno dei dischi più onesti e trascinanti usciti nei primi anni ottanta in ambito Thrash metal americano. Uscito per l'esattezza nel 1991, quando la musica dura stava per essere travolta dal ciclone grunge e il Thrash metal, soprattutto, doveva fare i conti con l'andatura melodica imposta dal "Black Album" dei Metallica.
Ebbene i Metal Church ne uscirono con uno dei loro dischi più incazzati, molto più thrash oriented con punte nell'hardcore nel sound e testi politicizzati. Già una piccola svolta in seno alla band si era avuta con l'abbandono dell'originale e compianto David Wayne (deceduto nel 2005, dopo una breve reunion degli originali Church) già dal predecessore "Blessing in diguise"(1989) sostituito dal meno melodico e più graffiante Mike Howe e l'abbandono del chitarrista e fondatore della band Kurdt Vanderhoof che tuttavia continuerà ad essere un membro aggiunto alla band essendo co-autore di quasi tutte le canzoni presenti in questo disco.
L'abbandono del classico power metal americano in favore di suoni più agressivi è palese fin dalla prima traccia "The Human Factor" aperta da un classico riff thrash ad opera dei chitarristi John Marshall (conosciuto per aver sostituito spesso e volentieri alla chitarra dei Metallica un giovane scavezzacollo James Hetfield intento a guarire da arti superiori ingessati o bruciati da sfortunati incidenti on stage) e Craig Wells.
Il disco alterna autentici mid tempo, in grado di mischiare classici riff metal con la pesantezza del thrash metal come "Date With Poverty", "Final Word" a midtempo da puro headbanging come "Betrayed", sorretta da riff in classico stile Bay-area circolari e grezzi.
Si cambia gegistro in almeno tre tracce Speed come "In Due Time", "Flee From Reality" e "The Fight Song" che non sono poi così distanti dall' hardcore metalizzato di gruppi come Suicidal Tendencies o primi Corrosion Of Conformity. Menzione, infine, per la ballad antimilitarista "In Harm's Way", un po' la "One" dei Metal Church e per "Agent Green" che con le sue parti acustiche e melodiche alternate a ripartenze più veloci ed aggressive sarà da esempio per il suono che i Metal Church intraprenderanno nel successivo più melodico ma ugualmente stupendo "Hanging in the Balance"(1993, con una delle copertine più orribili che abbia mai visto).
I Metal church continuano ancora oggi a sfornare dignitosi dischi ma lontani dalla magia di quegli anni. Infine permettetemi di menzionare altri due dischi usciti in quel lontano 1991 che per caratteristiche associo sempre a questo "The Human Factor" ossia "SYMBOL OF SALVATION "degli ARMORED SAINT e "WELCOME TO THE BALL" dei VICIOUS RUMORS. Della serie come indurire il proprio sound senza snaturarsi.
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