Perchè c'è chi può e c'è chi semplicemente non può. La demagogia inoltratasi nel mondo 'Heavy' degli ultimi 40 anni, a partire dai Black Sabbath fino ad arrivare ad oggi, vuole, anzi pretende, che il Metal sia assolutista per definizione. Per taluni infatti non esistono e non devono esistere mezze misure, tradotto in soldoni, o vi è l'amplificazione di chitarre e bassi distorti accompagnati da martellanti batterie e da ritmi sostenuti, o non si è Metal.
Alla luce di ciò, che i Metallica non siano stati soltanto un gruppo Metal, non lo si scopre oggi, bensì già dall'omonimo disco del 1991 (a mio parere già da "Ride The Lightning" di qualche anno prima), si evince la capacità di spaziare oltre a dei limiti, uscendo fuori dal mondo di cui i 'four horseman' si sentono ad agio, ma che va loro un pò stretto, oltraggiando quindi quella che è una legge non scritta.
Dopo i criticatissimi "Load" e "Reload" che meriterebbo uno spazio a parte non in questa recensione, i Metallica pubblicano nella primavera del 1999 insieme alla San Francisco Symphonic Orchestra, "Symphony & Metallica". L'orchestra capitanata dal defunto Michael Kamen, (per chi non lo sapesse, già in collaborazione con la band dal 1991), si cimenta quindi in un lavoro non facile quanto affascinante, rimescolare i pezzi dei Metallica in chiave sinfonica. Per chi non conoscesse la scaletta di questo live, è doveroso sottolineare come i brani riprodotti siano per lo più quelli post mortem di Cliff Burton, non sono presenti infatti pezzi del loro album più veloce e cattivo "Kill'Em All" e la maggior parte dei brani scelti presenta una struttura poco Thrash, ma molto più lineare anche per facilitare il compito all'orchestra californiana, salvo eccezioni che vedremo via dicendo. L'apertura non può non essere un tributo ad Ennio Morricone, come da anni infatti, la band inizia i suoi live con "The Ecstasy Of Gold", emozionante come sempre, fa da apripista a "The Call Of The Ktulu" pezzo strumentale che valse il Grammy come come Best Rock Instrumental Performance, la cui traccia di basso dell'ex Cliff Burton viene ripresa in chiave sinfonica, alleggerita e dai violini dell'orchestra di San Francisco e dal suo sostituto Jason Newsted, uno dei capi espiatori del cambiamento della band, in sostanza però il pezzo rimane sostanzialmente invariato. Inalterata anche la potenza di "Master Of Puppets" che, a parte le linee vocali meno acide e più 'clean' di James Hetfield, rimane il classico invariato nel tempo, dove gli archi di Kamen possono solo accompagnare l'assolo di Kirk Hammett. Dopo la 'sviolinata' di Hetfield che rinomina "Of Wolf And Man" in "On Wolfgang and Man", in onore di Wolfgang A. Mozart, la prima vera mano strumentale la si ha nell'intro di "The Thing That Not Should Be", in seguito il live prende il vivo con i pezzi più soft della carriera dei nostri, gli "Alternica" come qualcuno sarcasticamente li apostrofò, presentano i due assi della manica "Fuel" e "The Memory Remains" (tra il poco di salvabile del disco "Reload"), ebbene essendo questi pezzi più soft e meno Metal della prima parte della scaletta, i motivetti degli archi e dei violini diventano più consistenti e d'impatto.
Per rendere il disco live appetibile al mercato, il gruppo decide di dar vita in collaborazione con l'orchestra a due tracce esclusive, "Minus Human" e "No Leaf Clover", quest'ultima dall'incidere sensazionale, è l'ennesima e forse nauseante dimostrazione che i Metallica per convenzione, non sono soltanto un gruppo Metal, interrompendo la descrizione del disco, non posso non ripensare alle parole di Kerry King, chitarrista degli Slayer che disse: "Non riconosco più quella band (i Metallica), sono quelli che realizzarono Master Of Puppets oppure che ebbero il coraggio di pubblicare Load ?" Senza riprendere il discorso sulla demagogia illustrato all'inizio, è evidente che King, che in tal senso è un assolutista del Metal, e in quell'intervista si dimostrò una sorta di moralista, paladino del vero Metal vecchio stampo, per parcondicio però è doveroso ricordare che quando il gruppo pop/punk Sum 41 lo contattarono nel 2002 per collaborare nel pezzo "What We Are All About?" non si tirò certamente indietro.
Chiusa questa parentesi e tornando a noi, il percorso del cosi abbreviato "S&M" prosegue con i lenti degli anni '90, col pop/rock di "Hero Of The Day" sapientemente accompagnato per tutta la durata del pezzo da archi, trombe e violini, in seduta stante il criticatissimo Newsted si cimenta perfettamente come seconda voce del gruppo. Altro pezzo degno di nota è "Bleeding Me", personalmente tra i pezzi più riusciti del bagaglio rock del gruppo, che però non muta la sua struttura base presente nel disco d'appartenenza "Load". A smentita di coloro che possono pensare che questo disco sia un semplice live rimescolato ed arrangiato, ecco partire le note di "Nothing Else Matters", anche in questo caso gli uomini di Kamen riescono ad immergere il pezzo in una soave atmosfera di pace apparente, contornando sapientemente l'assolo finale di Kirk Hammett. "From Whom The Bell Tolls" riscopre l'adrenalina dei vecchi tempi, stesso dicasi per l'interpretazione in chiave sinfonica di "Sad But True", uno dei pilastri di "Metallica" il disco della svolta, simbolicamente il primo targato "Alternica". L'unico pezzo a mio parere non riuscito benissimo è "One", già di per se delicato e tecnico, ha dovuto subire una sorta di forzatura per questo tipo di rielaborazione, nel complesso del live sa un pò come il brano scardinato e costretto all' adattamento orchestrale.
La chiusura spetta ancora a due grandi classici dello storico del quartetto californiano, "Enter Sandman" forte del suo incidere adrenalinico forse un pò smorzato e pacato dall'accompagnamento dei violini, fa da apripiste a "Battery", una chiusura coi fiocchi fin dall'inizio, nella fattispecie l'orchestra di Kamen reinterpreta perfettamente l'arpeggio iniziale, il resto è nelle mani di Hetfield e compagnia, per capirci una degna chiusura di un live che sa di diverso e di storico. Ottima l'idea di porre nel DVD un opzione multi-angolo, cioè la possibilità di poter vedere la stessa scena ripresa da diverse telecamere, che fa si che i 4 membri della band possano essere seguiti singolarmente, un' opzione però presente solo per alcuni pezzi.
"Symphony & Metallica" non è altro che il naturale risultato di un cambiamento musicale radicale avvenuto durante gli anni '90, che ha visto si la commercializzazione di un DVD live, ma che è stato soprattutto la dimostrazione della versatilità di quella che è tra le più grandi band Metal di tutti i tempi. Per gli assolutisti questa mia dichiarazione potrà sembrare blasfemia, daltronde la pretesa che il Metal sia assolutista per definizione, è ancora oggi presente, ma è anche vero che non mi aspetto che band come Megadeth, Slayer o Anthrax facciano quello che hanno fatto i Metallica a San Francisco nel 1999, perchè come detto in partenza, per ovvie ragioni c'è chi può e c'è chi semplicemente non può, sarò di parte, ma "S&M" docet.
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