Di questo album si è già parlato moltissimo, anche troppo, e nel 90% dei casi sono piovute solo tantissime critiche, a volte giuste, a volte meno. Si potrebbe pensare che questa recensione sia inutile, ma riflettiamo un attimo: "South of Heaven" degli Slayer, quando uscì fu criticatissimo per i motivi che qualsiasi metallaro che si rispetti conosce, ma ad anni di distanza possiamo affermare che sia un vero masterpiece. Bene, non è il caso di "St. Anger". Dopo delusioni del calibro di "Load" e "Reload", i Metallica nel 2003 non hanno fatto una gran mossa piazzando quest' album, troppo azzardato per essere apprezzato. Certo, gli sperimentalismi hard rock di qualche anno prima sono un lontano ricordo, ma in quel periodo nei Metallica regnava la confusione. James Hetfield appena uscito dalla clinica di disintossicazione dall' alcool, Jason Newsted lascia il gruppo, tanto che a registrare le parti di basso dell' album fu Bob Rock, il deleterio ex-produttore dei Four Horsemen, prima del reclutamento di Robert Trujillo e in più la maggior parte dei fan che era arrabbiata e si era allontanata dalla band per gli ultimi prodotti davvero scarsi. I Metallica, però, possono essere accusati di tutto, ma sicuramente non che peccano di previdibilità, ma questo "St. Anger" ha due problemi di fondo che lo rendono agli occhi di fan e critica l' ennesimo passo falso dei Metallica. Il primo, il peggiore secondo me, è l' eccessiva durata dei pezzi, tra i 5 e i 9 minuti, e il fatto che sono ripetitivi, in quanto presentano praticamente sempre lo stesso riff per tutta la canzone senza variazioni o assoli. Altro problema è la produzione, con la batteria troppo in risalto rispetto alle chitarre e troppo rumorosa. La band ha affermato che tutto ciò era voluto, le canzoni dovevano essere cattive e senza assoli di chitarra e il suono della batteria doveva richiamare quello di quando si suona in un garage. Sono riusciti nel loro intento, ma alla fine gli undici pezzi presenti nel CD ne risentono molto, nonostante presentino un buon riffing.
Tra le più riuscite troviamo l' opener "Frantic", cattiva e veloce, la title-track e la bella "Some Kind of Monster", che tuttavia, non sono esenti dai problemi sopra riportati, ovvero la lunghezza eccessiva e la ripetitività, anche se il buon riffing ne permette un ascolto tutto sommato gradevole. Di quest' ultima nell' omonimo EP, se ne trova una versione accorciata e mixata diversamente, migliore di quella presentata sul full-lenght. Non male anche "Sweet Amber", dall' intro quasi bluesy e l' ultimo singolo estratto, "The Unnamed Feeling". Anche "My World" presenta un riff molto accattivante, ma un refrain che non mi piace per niente. Da evitare assolutamente, a mio avviso, "Invisible Kid" e "All Within My Hands", le più lunghe e noiose del CD, oltre che intrise di sonorità vagamente nu-metal, soprattutto quest' ultima.
Alla fine questo "St. Anger, è un album con molti più difetti che pregi, ma su cui si è parlato spesso troppo male, senza voler minimamente i (pochi) punti di forza dell' album. Per avere di nuovo i Metallica come li abbiamo sempre ascoltati e amati, bisognerà aspettare il 2008, quando i quattro di Frisco torneranno a macinare thrash come ai vecchi tempi.
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