Bizzarro, questo disco. Uscito sei anni dopo quell'insopportabile pop-rock che era Reload, St. Anger ricorda poco il sound di quella fu la nuova era dei Metallica, inaugurata quattordici anni fa con l'amato/odiato "Black Album".
La prima particolarità che salta alle orecchie dell'ascoltatore riguarda la pulizia del suono: ovvero inesistente, e questo può essere un punto a favore perché potrebbe ricordare (moooolto lontanamente) i tempi di "Kill'em All". La seconda riguarda il rullante della batteria, cioè se ho capito bene ha la retina abbassata, conferendo ai pezzi un'inedita pesantezza, punto a sfavore.
Inoltre l'album è totalmente privo di assoli, a parte i piccoli intermezzi melodici sull'ultima song.
Si parte con "Frantic", buona track dove si intuisce che tipo di disco stiamo per ascoltare. La title-track, come sempre in buona tradizione Metallica, piazzata al secondo posto, continua il discorso iniziato. Assolutamente da evitare il trio "Some kind of monsters"(pessima imitazione di MoP), "Dirty Window" e "Invisible kid": lunghe, pesanti e indescrivibilmente noiose.
Abbastanza carina è invece "My World", che riesce a piacere solo se non ascoltata di seguito alle precedenti. "Shoot me again" è un bel pezzo oscuro e tenebroso, con delle belle linee di basso. Forse è la track che più ricorda gli anni d'oro del thrash, discendente di canzoni come "Leper Messiah". Dotata di un intro che somiglia a "Battery", "Sweet Amber" è la più veloce del disco, picevole da sentire (basta non pensare che l'ha composta uno dei più grandi gruppi rock-metal presenti oggigiorno sulla Terra).
Gran bella canzone "The unnamed feeling", la più 'ragionata' dell'album. Velocità e violenza vengono abbandonate per un pò' e la tecnica metallozza, della quale i 'tallica erano gli incontrastati padroni del mondo, rispunta timidamente fuori. "Purify", col suo divertente tempo sincopato, risulta ascoltabile ma nel complesso è abbastanza anonima. Molto strana e tendente al Nu-Metal è "All within my hands", la traccia di chiusura del disco. In questa bizzarra song si alternano melodiche parti dal cantato pulito ad altre martellanti tipo System of down. Bello il finale scandito da tre lunghissimi accordi ripetuti ossessivamente.

In conclusione, io non credo che St. Anger sia un brutto disco, ma un disco 'diverso'.
Per alcuni un'evoluzione, per altri un'ennesima operazione commerciale. Ai posteri l'ardua sentenza...

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