Nonostante sono iscritto a DeBaser da poco più di un mese già da più parti mi si chiedeva quando avrei scritto la mia prima recensione. Sinceramente ero alla ricerca di qualcosa che mi colpisse particolarmente e che non fosse già stato recensito e finalmente l'ho trovato: "Paradiso" dei Metamorfosi!

Prima però facciamo qualche passo indietro soprattutto a beneficio di chi non conosce questo gruppo (male!). Questo gruppo nasce nel 1970 grazie a Jimmy Spitarelli (voce solista) e Enrico Olivieri (tastiere) che insieme a Roberto Turbitosi (Basso) e Gianluca Herygers (batteria) incidono nel '73 quello che è considerato uno tra i migliori dischi prog rock italiani: "Inferno". Come però avveniva troppo spesso a band come questa il riscontro con il pubblico non è dei migliori e il gruppo si scioglie. Spitarelli però, dopo qualche lavoro da solista, prova a rimettere in piedi la vecchia band e insieme a Olivieri ed una nuova e potente sezione ritmifa formata da Fabio Moresco alla batteria e Leonardo Gallucci al basso e chitarra acustica iniziano una serie di concerti e, nel 2004, esce "Paradiso".

 Nell'avvicinarmi a questo cd ho subito pensato che si trattasse della solita reunion nel ricordo dei vecchi tempi (cosa che ultimamente sembra andare molto di moda). In definitiva mi aspettavo che fosse un lavoro poco più che mediocre. Mi sbagliavo! Paradiso è un cd veramente ben fatto e pieno di momenti unici.

 La gloria di colui che tutto move

per l'universo penetra, e rispone

in una parte più e meno altrove.

Nel ciel che più della sua luce prende

fu' io e vidi cose che ridire

né sa né può chi di là sù discende;

perché appressando sé al suo disire,

nostro intelletto si profonda tanto,

che dietro la memoria non può ire.

Cosi si apre il disco, riprendendo direttamente i primi endecasillabi del primo canto del Paradiso (non poteva esserci inizio migliore!). Sin da subito Olivieri, nell'accompagnare la lettura di questo breve passo di Dante, dimostra di essere ispiratissimo, cosa che verrà confermata per tutto il disco (stupenda la sua esecuzione nella strumentale "Salita a Venere"). Anche per Spitarelli sembra che gli anni non siano passati. La sua voce (dopo trent'anni ancora magnifica) si inserisce prepotentemente nel tappeto melodico tessuto da Olivieri. Ottima anche la prestazione dei due "nuovi acquisti" che fanno un buonissimo lavoro esaltando i momenti di maggior pathos. Le atmosfere, come ci si potrebbe aspettare, non sono più quelle tetre e pesanti di "Inferno", ma sono dolci e leggere per riflettere il contesto in cui ora ci troviamo. L'organo infatti viene sostituito da pianoforte e sintetizzatori. Ci sono però anche momenti come in "Sfera di fuoco" o in "Il cielo di Marte" che ci riportano indietro nel tempo. Magnifiche la strumentale "Empireo" e la traccia conclusiva "La chiesa delle stelle".

Insomma credevo fosse una patacca invece devo dire che, a mio avviso, questo disco è la degna continuazione di "Inferno".  Passano gli anni, cambiano alcuni componenti, cambia lo scenario ma i Metamorfosi ci sono ancora! 

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