1) Salgo su un autobus affollato a Tel Aviv: a fianco a me c'è un giovane dall'aspetto agitato di nome Ahmed con un cinturone legato in vita che continua a emettere frasi sconnesse circa un giardino con 72 vergini.
2) Esco con una ragazzina che mi porta a casa sua promettendomi le peggio porcate sadomaso. Io accetto di buon grado, infogliato come un caimano andaluso. E' solo mentre lei mi incappuccia e mi lega a dei fili elettrici che mi rendo conto che la fanciulla in questione altri non è se non Lynnie England, la carceriera di Abu Grahib.
3) Comincio a leggere, obbligato dalla mia ragazza, l'ultimo libro di Moccia e scopro con raccapriccio che non riuscirò più a raggiungere un orgasmo completo finchè non scoprirò se Step si riesce a rimettere con Babi.

I tre episodi sopra riportati sono autobiografici e stanno a dimostrare come io sia un vero superggiovane del terzo millennio, pronto ad accettare con abnegazione i rischi che derivano dal mio status. Inutile cercare qualsivoglia consolazione: i democristiani sono sempre al potere, con l'unica
differenza che oggi non c'è più nemmeno il gaudente liftato contro cui cui riversare le mie frustrazioni; se cerco rifugio nella musica scopro che l'Attrezzo ha fatto 74 minuti di disco della madonna (vad'affanculo chi dice il contrario) per dire al che il rapporto di Maynardo con sua madre è simile a quello che aveva Renato Pozzetto con la sua in "Per amare Ofelia" (1974).

Quale balsamo può lenire cotante sofferenze? Quante lettere devo scrivere a Io Donna per farvelo capire? Pensavate che io avessi bisogno di risposte concrete ? Di utopìe rivoluzionarie? Di nuovi subcomandanti Marcos cui affidare le mie vanaglorie? No cazzoni, io volevo solo 4 pisquani che avessero il coraggio di mescolare i My Bloody Valentine con la sigla di Georgie; Sì, caro il mio sociologo il cui nome significa "vaffanculo" in aramaico, io volevo solo un gruppo da poter scrivere senza dover andare a capo, che nella trascirzione italiana avesse l'accento sull'ultima lettera e che parlandone si potesse confondere con i Muse. Io volevo i Miù, brutto tritacazzi, puoi sentire il mio grido accorato dal largo delle plutonie rive?

Poi scopro che suddetta compagine suona proprio nella mia città, in un innocente venerdì di maggio, e allora – mi dico - perché non andare? In fondo è una bella giornata, e dopo tutto sono legittimamaente autorizzato a sbattermene lo sturm-und-drang della lotta transoceanica per la libertà, della minaccia iraniana, della Sars e del travone sotto casa mia che devo riaccompagnare a casa sennò viene menato dai pulotti (che cazzo, almeno fossi pervertito come quel ciellino del mio dirimpettaio, che dopo la messa stura culi brasiliani che è una crema, potrei almeno ricavarci qualcosa di utile); sì tutto sembra giocare a mio favore, i Mew suonano al Rainbow per la ragionevole cifra di 13 sacchi e mi sto già pregustando il loro dream pop incrociato con Cristina D'Avena stonata di MDMA…e cosa ti combinano i giovani pederasti? Annullano il concerto con nemmeno 24 ore di preavviso?? E allora non mi resta che gridare alla congiura, che gettare improperi contro le divinità tutte e sperare che le mie calde lacrime dissetino l'arsura di ingiustizia che imperversa nel mondo.

Tutto quello che voglio dire è che oggi, in questo fottutissimo 2006, lui ti può anche parlare della liberalizzazione dei mercati, della cesura nuomenica nel pensiero kantiano, ma ricordati sempre che nel '41 suo nonno era un soldatino del Reich, mentre il mio cantava inni partigiani, stronza

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