Anno 2005.
Gli sconosciuti MGMT (noti all'epoca con il "proto"-nome "The Management") pubblicano sotto etichetta indipendente il loro primo lavoro, interamente curato dai due membri fondatori (e copertina), dalle due menti fertili e creative di questa dolcissima sorpresa musicale, ovvero il belloccio androgino Andrew VanWyngarden e il "nerd con l'aria da secchione" Ben Goldwasser (di sicuro lui la "mente" dietro ai lavori del gruppo).
Ascoltando attentamente il disco d'esordio in considerazione, potremo notare come nel sound e nelle atmosfere, i due "hipsters" d'oggigiorno siano musicalmente ben distanti dalla realtà surf rock misto ad acidissimo folk-psichedelico che rappresenta oggi, 2012, negli States: sonorità esclusivamente elettroniche e basi synth molto "anni '80", e poi il loro marchio di fabbrica, riscontrabile in ogni loro EP, B-Sides ecc., testi frizzantissimi ed ironici, ritornelli non-sense orecchiabili ed inneggianti.
Alienazioni giovanili, rifiuto dei pre-modelli imposta dalla società, volontà di "ritorno alla natura" e continua invocazione del celebre motto "Living Fast Dyin Young" (che alla fine rappresenta un po' tutto il loro "manifesto", identificabile nella loro più celebre canzone Time to Pretend).
Da ascoltare tutto d'un fiato questo ciddì, tale è la facilità di assimilare i motivetti e di apprezzarne la ballabilità, con la sua mezz'ora abbondante di pop fresco ed energico vi sarà impossibile non arrivare a battere i piedi, a meno che voi non siate dei punkabbestia e odiate a priori il pop.
Curiosa ad ogni modo l'evoluzione di questi ragazzi: un primo album interamente elettronico, un album (quello con cui si sono affacciati alle masse) pop da classifica, e un ultimo targato 2010 che richiama tanto le atmosfere anni '60 californiane, quelle in cui qualcosa (e anche più di qualcosa..) si muoveva e dava segni di innovazione, creatività e purezza del suono, e chissà che i due in questione non possano rivelarsi davvero più che una sorpesa sotto quest'aspetto.
Visto come vanno le cose, sarebbe stato più logico per loro esordire con un disco ricercato (l'ultimo da loro pubblicato), passare al disco elettronico e infine a quello da classifica, ed invece hanno scelto di andare (giustamente) controccorente (ed infatti ora in pochi se li filano, ci sono quelli che conoscono Kids e basta): coraggiosissimi.
Tra pochi mesi uscirà il loro quarto lavoro (si parla di psichedelia rovente): io li aspetterò al varco..
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