Cominciamo col dire una premessa. Mia Martini, per quel che riguarda colui che scrive, è la piu grande cantante Italiana. E' la cantante Italiana per eccellenza. E nessuna, Mina compresa, ha mai eguagliato il trasporto emotivo che da la sua voce e le sue canzoni al sottoscritto. Quindi, l'essere emotivamente coinvolto puo in un certo senso influire in cio che scrivo, ma spero si tratti di dettagli. Nata a Bagnara Calabra nel 1947, la nostra Mimì (cosi chiamata all'epoca in famiglia) inizia a cantare nelle feste e nei posti locali. La sua passione per la musica e per la canzone Italiana in generale prese presto il sopravvento in lei, e molto giovane fece le prime audizioni per tentare la fortuna. Fu Carlo Alberto Rossi il primo a credere in lei, introducendola per primo nel mondo della musica. Fu nel 1964 che Mia Martini vince il Festival di Bellaria con 'Come puoi farlo tu', brano sempliciotto e molto figlia della sua epoca. Nel frattempo Mimì approfondisce la sua passione per la musica, attraverso lo studio di grandi artiste come Aretha Franklin e Ella Fitzgerald, facendole sue, arrivando a quella che è secondo il parere del recensore tra le piu belle voci del panorama Italiano e non solo. C'era tutto nella sua voce. Le sensazioni e le emozioni trasparivano in un modo quasi surreale, siano esse gioia o dolore. Voce che probabilmente fece scuola anche alla sorella minore, che sappiamo essere Loredana Bertè. Nel frattempo sconta quattro mesi di carcere per essere stata colta in possesso di marijuana.

Quando nasce il nome 'Mia Martini'? Nel decennio successivo, negli anni 70. Il nome è un misto di due elementi. 'Mia' sta per Mia Farrow, famosa attrice (Rosemary's Baby), mentre 'Martini' sia per il famoso drink Italiano. Ad inizio decade un incontro fondamentale della ragazza, quello con Antonello De Sanctis, ottimo scrittore di canzoni, da poco deceduto, che abbiamo apprezzato con gruppi come i Collage o i Cugini di Campagna e artisti emergenti come Paolo Frescura. Fu proprio lui l'artefice dei primi brani importanti della giovane Mia, che la resero famosa in breve tempo. Il primo brano passato ai posteri è sicuramente 'Piccolo Uomo', scritta da Bruno Lauzi ed inizialmente destinata ai Camaleonti, resa celebre da Martini nel 1972, e fu tramite questo brano che ci fu la prima vittoria ad un festival. Fu questo il periodo dei grandi successi.

Poco tempo dopo uscì uno dei brani capolavoro della musica leggera Italiana. Si tratta della famosissima 'Minuetto', scritta da Franco Califano con l'ausilio di Bembo. E fu proprio Califano a prendere spunto da quella che era la vita sentimentale e travagliata della stessa Mia Martini, che non ha mai negato una proiezione della sua persona all'interno della sua musica. Minuetto non è altro che la straziante narrazione dei giorni di una donna schiava dell'amore e di un uomo che di lei, troppo debole per impedirlo, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. Si intravede una sorta di sottomissione alla volontà della persona in questione, che, trattando la donna come un oggetto, prende cio che vuole e la abbandona. Inutile dirlo, vittoria al Festivalbar. Le canzoni di Mia Martini inziano ad essere esportate e tradotte anche all'estero, a testimonianza della fama in continuo crescendo della cantante. Degna di nota la travagliata e complicata relazione con cantautore Ivano Fossati, con la quale ebbe anche alcune collaborazioni. Mia Martini divenne in breve un icona dell'Italia dei 70, al punto che la critica sconsigliò successive partecipazioni al Festivalbar della cantante poichè avrebbe vinto a mani basse. A compromettere la sua produzione negli anni 80 una complicata operazione alle corde vocali, che determinò il suo momentaneo declino. Fu sopratutto la sua difficile vita privata a far si che si ritirasse dalle scene per un breve periodo. Mia Martini sarebbe tornata poi alla carica la decade successiva, negli anni 90, gioia e dolore della canzone Italiana, forte di brani simbolo di una generazione di stampo femminista come 'Gli Uomini non cambiano' e la celebre 'Almeno tu nell'universo'. Poi, l'irreparabile.

Era appena il 1971 quando Mia Martini esordisce col primo disco. 'Oltre la collina' è un disco che va immediatamente ai vertici della canzone Italiana, grazie ai continui cambiamenti di tema che rendono la musica di Mimì superiore alla media, anche grazie ai grandi testi di un Antonello De Sanctis in ottima forma, ma anche di un giovanissimo Baglioni. Bellissima la prima canzone, 'Tesoro, ma è vero', uno struggente e commovente monologo di una non vedente che chiede all'amato l'entità degli oggetti, della natura, in modo da vedere attraverso i suoi occhi. Ma la donna crede fortemente che Dio gli abbia tolto qualcosa per poi dargli cio di cui aveva bisogno, che in un certo senso colma il suo handicap, ovvero l'uomo della sua vita (Dio grazie lo stesso/ perchè tu mi hai tolto tanto/ e poi mi hai dato lui). Stupendo il modo in cui viene trattato il tema del difficile rapporto padre-figlia in 'Padre davvero', attraverso frasi e parole di una durezza disarmante nei confronti di un genitore ignobile. La censura della rai non ci pensò due volte ad eliminare parecchi elementi, in modo da renderla presentabile televisivamente. Mia Martini non ha mai negato che ad influire nel brano è stato anche il suo difficile rapporto col padre, a testimonianza di quanto fosse vera la musica di quell'allora giovane ragazza. 'Gesù è mio fratello', è una stupenda esaltazione della fede, anch essa censurata a causa di un titolo che avrebbe potuto deviare il senso del brano. Impossibile descrivere la bellezza di questo brano, l'amore per la fede è espresso attraverso dei paragoni tra Gesù e le meraviglie della vita, tra i quali la musica di Bach. 'Prigioniero' si basa su 'Stop! I don't wanna hear it anymore' di Melanie Safka, e descrive la drammatica esperienza da carcerato, esperienza davvero vissuta dalla cantante come gia detto per possesso di droga. Ancora una versione Italiana, stavolta 'Nel Rosa', che è la versione italianizzata di 'Into White' di Cat Stevens. Cosi come nella precedente canzone, dove aveva però partecipato anche Bruno Lauzi, qui il testo nasce esclusivamente dalla penna di Mimì. 'Ossessioni' è 'Taking off' di Nina Hart, mentre successivamente c'è l'interpretazione della famosa e popolare 'The Lion Sleeps Tonight'. Meravigliosa la successiva 'La Vergine e il Mare', scritta da De Sanctis, narrante la storia di uno stupro con una delicatezza disarmante. Anche questo brano ebbe problemi di censura ovviamente, ma il modo cosi intimo con cui Mimì canta questa canzone è davvero superbo (Mi prese dai fianchi/ piegò la mia schiena/ fu su di me). A rendere enigmatico il brano ancor di piu il verso 'Mi piacque giacere con lui', che implica un consenso da parte della protagonista e una sua complicità perversa. 'Lacrime di Marzo' è invece la storia di un suicidio di una donna, dovuto al modo brutale con la quale viene trattata dall'uomo che l'ha resa schiava d'amore. Brano strepitoroso, ancora scritto da un formidabile De Sanctis. A seguire, 'Il Testamento', che è possibile identificare come il proseguo della canzone precedente. Mia discute sul suo lascito ereditario, che la protagonista avrebbe stilato prima di morire in 'Lacrime di Marzo'. Ne esce così un intuizione geniale, che rende il disco ricco di collegamenti tra le canzoni. 'Amore, Amore...Un Corno' è un po la figlia della ben piu celebre 'Minuetto', in quanto rispecchia la medesima tematica. Un amore di cui si è schiavi, che illude senza aver effettivi margini di miglioramenti. Ancora una volta, evidenti i richiami al suicidio. Curioso dettaglio quello della voce di Baglioni che si puo scorgere con attenzione nei cori dire 'amore amore'. A concludere il tutto, la canzone che diede il nome al disco, 'Oltre la collina', tremenda dichiarazione di una donna al limite della depressione. Tutti i dispiaceri sono li, sepolti, dietro la collina, pronti a risucchiare la donna in un vortice senza fine. Il sogno, sempre quello, la ricerca di un amore, che sia felice o infelice, 'basta solo che sia un amore'.

Si tradda di uno dei primi tipi di concept album in Italia. Tutte le canzoni sono collegate tra di loro attraverso il filo della disperazione e della perdita dei valori giovanili. Gli argomenti trattati sono tra di loro legati da una negatività che traspare limpida dalla voce di Mia e dai vari testi. Era il 1971, e uscirsene con un disco di questa fattura non era affatto facile, oltre al fatto di sembrare quasi una provocazione nei confronti di una censura che non ha desistito nell'atto di rimozione di alcuni dei messaggi chiave delle canzoni. Il 1995 è stato un anno terribile per la musica Italiana. Quella che sembra essere una morte dovuta ad un overdose, o, secondo altri, un suicidio (che resta comunque solo un ipotesi), è stato un danno incalcolabile per l'Italia. Nonostante le dichiarazioni della sorella su come il ruolo del padre abbia potuto influire sulla fragilità psicologica di Mia, resta la consapevolezza di aver perso forse la piu grande di tutti a livello Nazionale. Sia per estensione vocale che per raffinatezza compositiva dei brani. La sua gente le voleva bene, e i tributi musicali e televisivi nei confronti della sua perdita non si fecero attendere. La stessa Loredana Bertè cantò numerosi suoi brani, e le dedicò 'Luna', dimostrandole profondo affetto familiare misto a una grande stima. Oggi Mia Martini manca, davvero tanto.

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