Un tornado, un tormento, un ciclone, questo “Arular” della giovane cingalese M.I.A. è una bomba fresca e nuova che risuona nella banalità della musica odierna che ci circonda. Mi sono chiesto più di una volta, dal giorno in cui ho acquistato l’album, come tanta creatività si possa riunire nella stessa persona, e come possa riuscire a sprigionarsi lungo la durata di tutti i 13 pezzi dell’album, senza mai cadere in ripetizioni, senza che il suono abbia alcun cedimento, e senza che le parole “incazzate” di M.I.A. smettano di martellarti il cervello.
Ascoltare questo disco è come entrare nella casa di M.I.A., nel quartiere periferico di Londra, Acton (infatti M.I.A., sta per Missing An Acton) dove la giovane ragazza è dovuta rifugiarsi con la famiglia, quando il padre militante di un gruppo Tamil, dovette scappare prima in Sri Lanka, in India e poi proprio a Londra per mettere in salvo la propria famiglia, e vedere con i propri occhi tutte le paure e le tensioni che la ragazza ha dovuto sopportare fin da piccola. Infatti ascoltare “Arular” è come mangiarsi un limone intero alle sei di mattina, quando la bocca è ancora completamente secca, e i nervi totalmente rilassati, e poi sentire quell’acidità mista alla rabbia crescerti in corpo, e dopo diventa tutto più chiaro e semplice, bisogna gridare e lottare per cambiare le cose. E M.I.A. lo fa con la musica. Infatti i testi parlano di guerra, di terrorismo, di prostituzione e di droghe, per non parlare delle lotte tra i giovani di diverse culture a Londra, di razzismo e di armi, e la cosa più incedibile, è la consapevolezza e la freddezza con cui ne parla questa ragazza appena ventenne. Prendete per esempio il ritornello di “Bucky Done Gun”: “They're coming through the window / They're coming through the door / They're busting down the big wall / and Sounding the horn” . Quelle cose che entrano attraverso i muri e le finestre e buttano giù i muri, sono le bombe che M.I.A., fin da piccola ha dovuto abituarsi, ma ora è stanca di adeguarsi ad un sistema cinico ed egoistico, e vuole far sentire la sua voce.
Se attraverso i testi M.I.A. si esprime perfettamente e liberamente, musicalmente fa addirittura qualcosa in più, cresciuta a pane, acqua e Public Enemy, la ragazza ama l’hip hop, ma non quello luccicante alla Eminem e 50 Cent, ma quello grezzo e potente, e non commercializzato, mischiato praticamente a tutto, dal minimalismo essenziale di “SunShower”, dove la voce e la protesta suona sopra tutto e tutti, passando ai ritmi vertiginosi, che non ti lasciano respiro, che ti succhiano il sangue, di “Pull Up The People” o di “Galang”, o al ritornello “strappa mutande” di “hombre”, dove mille voci si uniscono, si incrociano, si spezzano e combattono, “Bingo”, è energia grezza e pura, anche se la voce di M.I.A. non è il massimo dell’intonazione, la canzone assume una forma di inno alla danza e alla protesta, non riesco nemmeno a definire un lavoro così in un genere musicale, è la somma di tutto, trasportato nella personalità già ben sviluppata della ragazza, senza nessun filtro che non permetta di vedere le cose al 100%. Prendete per esempio “Amazon”, canzone che parla di rivoluzione, della voglia di cambiare il sistema, tutto questo su una base intrecciata tra la world music più eccentrica, e i beats più trascinanti, su un riff di parole pesanti come bombe, e pallottole dritte al cuore. Infatti proprio sui beats e sui testi che Arular sa lasciarti senza parole, bombe, pistole, distorsioni, grida, e infine dentro la testa entrano mille rumori, che ti lasciano affanato e senza respiro, ma anche felice e libero, proprio come lei.
Insomma io ve lo consiglio vivamente, è qualcosa di nuovo e originale, o almeno cerca di esserlo, e poi ci fa conoscere una personalità come quella di M.I.A., e sinceramente abbiamo bisogno di personalità così da cui ispirarci.
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