Con questo album Michael Bolton mostra un alto grado di consapevolezza musicale; dal nome “Vintage” (che sta ad intendere il “buon raccolto”) undici tracce di puro swing soul con qualche cenno di soft blues. Le buone intenzioni c’erano ma si prospettava qualcosa di più. Forse dovuto al tipo di musica, per gli accordi “stonati” jazz, un’opera che non ti scuote ma che ti passa semplicemente affianco, come un’ottima cena a piccole quantità non sazia ma lascia un buon sapore. Canta in maniera perfetta undici tracce ma vengono fotocopiati i pochissimi strumenti su ogni canzone (a parte qualche piccola variazione). Da un artista così maturo si può aspettare che sia una scelta ponderata ma personalmente il timbro di voce caldo e armonico non è bastato per trasportarmi fuori dalla realtà… reclamo inoltre lo scarso uso di archi (essenziali per coronare quella voce!). Tutto sommato l’opera ha una sua struttura. Non contiene grandi slanci emotivi ma nemmeno riempitivi come se il livello di qualità fosse bilanciato, ordinato, consapevolmente dosato.

Quindi, un album rilassante e piacevole che però non si tira indietro agli ascolti più professionali mostrando delle maturità affascinanti.

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