"I'm dying in this fuckin country ass fucked up town!"

Conoscete Michael Cera? facciamola finita, Juno, Superbad... il talento attoriale c'è sempre stato dietro alla telecamera. Anche al basso in realta, chi l'ha visto in Scott Pilgrim vs The World può confermarlo.

E da quel film s'intuisce un'altra grande passione: la musica! Nello specifico i lavori alt rock, che rispecchiano in un certo senso i suoi personaggi e le sue pellicole di maggior successo, ta cui si annoverano dei classici del cinema indie degli ultimi tempi.

Alla fine tutte le idee musicali hanno preso forma in un debutto interessante, interamente autoprodotto e suonato dallo stesso Cera, uscito nel 2014. Ed è proprio un bel risultato per un quasi-principiante: dall'introduzione rieccheggiano gli echi di avant-garde in stile Beefheart, ma non aspettatevi qualcosa d'interamente cervellotico e sperimentale, per niente. Anzi, i brani successivi sono un susseguirsi di esperimenti folk, indie e lo-fi. E' un album dolce, senza particolari pretese nei testi, malinconico e minimale in molti aspetti.

Seppur frammentario (vi sono ben 21 brani tra strumentali, piccole sperimentazioni e ballate indie folk) vi riscalderà il cuore con la dolcezza del songwriting e l'intensa melodia degli svariati strumenti utilizzati (seppur non manchino alcuni punti morti e passaggi comunque un pò troppo sperimentali e\o fuori luogo); pensare che prima faceva solo il bassista sporadicamente, qui invece Michael suona davvero di tutto: pianoforte, chitarre, batterie e molto altro, oltre ad averlo mixato e prodotto da solo.

Sembra proprio un gran bell'inizio di un percorso secondario al cinema per Michael Cera, che con True That si dimostra davvero capace di spaziare in molti campi. Album consigliato agli amanti del folk, ma anche ai più scettici potrebbero approfondire con un ascolto: ne vale davvero la pena.

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