[Contiene anticipazioni di trama]
Appena usciti di sala la perplessità è molta. Sembra di aver assistito, soprattutto nel finale, ad una supercazzola di paradossi temporali. Ma poi riflettendoci su con calma ci si rende conto, e questo è uno dei grossi pregi del film, che bene o male tutto torna e i tanti paradossi e sbalzi temporali hanno una loro tenuta complessiva. Quindi dal punto di vista della sceneggiatura è innegabile che Predestination sia qualcosa di davvero ambizioso per il mondo della fantascienza. È un affascinante labirinto di salti temporali; se avete perso il bandolo della matassa vi rimando a questa comoda timeline.
Non innovativa ma giocata davvero bene è la carta del personaggio che incontra se stesso. Ovviamente non leggete se non l’avete ancora visto, ma penso sia la prima volta nella storia del cinema che una donna si accoppia con la se stessa del futuro, che intanto è diventata un uomo dopo il parto. Certo è un paradosso impossibilissimo (e ce ne sono molti altri), ma è una trovata davvero divertente. Alla fine si scopre che è sempre la stessa persona che fa tutto e ci va bene così: è un anello, un «serpente che si morde la coda». Poco importa se è logicamente contraddittorio, ci piace il cinema che sa fregarsene del realismo quando questo smorzerebbe la spettacolarità.
Se vogliamo trovare invece i motivi per cui il film non riesce ad assurgere allo status di capolavoro, allora dobbiamo parlare della regia, della struttura, della tonalità. Raccontato dalla fine è tutto molto fico, ma in realtà per una buona metà dobbiamo sorbirci la storia di Jane/John, narrata in modo assolutamente lineare, quasi prolisso, e soprattutto resa con toni patinati e lacrimosi. I registi forzano troppo la mano sul lato sentimentale della vicenda, esagerando in dettagli che non sono importanti e stonano in un film che vuole essere fantascientifico. C’è un uso cromatico eccessivo nel differenziare i vari piani temporali. La volontà di calcare la mano è sintomo di insicurezza e sfiducia, come se i fratelli Spierig avessero paura che lo spettatore faccia fatica a comprendere e sia quindi necessario rendere tutto molto evidente, quasi caricaturale. Inoltre questa tendenza è in conflitto con la complessità del finale, che al contrario avrebbe richiesto qualche minuto in più di spiegazione.
Ad esempio non è perfettamente chiaro il motivo per cui Ethan Hawke (lo chiamo così per distinguerlo da John) sa che Fizzle Bomber si trova in quel determinato luogo quando poi John subisce l’ustione al viso. E poi, se [spoiler] lui stesso è John, dovrebbe sapere che quella persona è lui stesso in un altro momento della sua vita. Questo nodo è davvero problematico, magari non ho capito bene io. Altra cosa un po’ goffa è il cambiamento di fisionomia del volto tra John e Ethan. Insomma, sono troppo diversi per essere la stessa persona.
Considerato anche il budget limitato, Predestination è davvero un buon film. A Hollywood dovrebbero prendere nota: non servono chissà quanti milioni per fare un film intrigante, servono le sceneggiature ambiziose come questa, che tra l’altro rispetta fedelmente il racconto di Heinlein.
7/10
Carico i commenti... con calma