L'istruzione è un elemento base nell'educazione del popolo. Da sempre fin dall'antichità "l'andare a scuola" è stato qualcosa che si è dovuto guadagnare, che non era garantito e che non è ancora garantito in molte parti del globo. Succede però che l'incontro con un insegnante preparato e gentile (Kevin Kline) possa riuscire ad attirare l'attenzione dei ragazzi, che da sempre non vedono di buon occhio la scuola. L'arrivo di un ragazzo aristocratico di nome Sedgewick Bell (un giovanissimo Hemile Hirsch) scombinerà l'intera classe. Ma un bravo insegnante si vede soprattutto nel forgiare il carattere e riuscirà nel difficile intento di "raddrizzare" Sedgewick, che dal canto suo lo deluderà...

Il club degli imperatori , diretto da Michael Hoffman, è uscito nelle sale cinematografiche nel 2002 con l'etichetta di "brutta copia dell'Attimo fuggente". Niente di più sbagliato. Sebbene le analogie tra le due pellicole siano indubbiamente evidenti il film di Hoffman assomiglia molto di più, per tematiche e atmosfera, allo Scent of a woman di Brest. Difatti anche in questo abbiamo una neanche troppo velata critica alla politica americana che non riesce più a inculcare alle nuove generazioni quei valori morali e etici che ne farebbero dei "leader". La classe dirigente viene messa alla gogna nella figura del padre di Bell, interpretato da Harris Yulin. I temi sono interessanti, attuali e per molti versi vicini alla maggior parte della popolazione sempre più sfiduciata nei confronti della politica che pian piano ditrugge la scuola intesa nella sua totalità...

Quello che non convince del tutto sono quelle espressioni che non riescono a fare della sceneggiatura un "atto di denuncia" ma finiscono per diventare uno sterile tentativo di critica. La seconda parte del film poi non regge con la prima. Se nella prima veniamo messi di fronte al rapporto alunni/professore con le varie difficoltà, le incomprensioni e le gioie, la seconda perde in efficacia nell'arduo tentativo di reggere il groviglio di sentimenti che porta con se.

Il film finisce in modo ciclico andando a chiudere il flashback che si apre all'inizio e ci lascia con una sensazione di amaro in bocca. Senza dubbio gli argomenti trattati nonostante la poca originalità potevano essere sviluppati in modo migliore indagando la realtà dei rapporti tra l'insegnante e i suoi alunni. Il regista ha invece scelto di indirizzare il film verso un "buonismo" sentimentale che non regala nulla allo spettatore. Peccato perchè Il club degli imperatori parte bene, con buon ritmo, una bella colonna sonora (James Newton Howard è una garanzia) e finisce con il perdere parte della sua brillantezza nella seconda parte.

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