Parlare di Michael jackson purtroppo non vuol dire sempre parlare di musica.
Molte volte si tende ad analizzare il suo personaggio mediatico, i suoi scandali, la sua esagerazione, la sua lussuria e i suoi balletti.
Ma oltre un grande animale da palcoscenico e scandalistico Michael Jackson è stato a parer mio uno dei più grandi compositori degli ultimi quarant'anni.
Ricordo solo che prima di "Off The Wall" del 1979 all'attivo egli aveva già presenti in discografia 4 album da solista e un'altra ventina con i Jackson 5 e i The Jackson.
Ho scelto "Dangerous" perchè oltre ad essere l'ultimo capitolo di una trilogia perfetta a livello commerciale, ["Thriller"(1982) e "Bad"(1987)] è anche, a parer mio, la massima espressione stilistica e musicale della sua opera.
Se con "Off The Wall" e "Thriller" si leggevano ancora le sue radice soul e funk; con "Bad" si sviluppa la sua forma pop piena di suoni tipici degli anni ottanta ma con una ferma e radicata cultura soul della Motown. "Dangerous" è il punto d'arrivo della traformazione in King of pop donandosi completamente a suoni elettronici mai banali che vanno però a discapito del suono reale di veri e propri strumenti. Permangono comunque forti influenze black come i cori gospel e i ritmi tipici della musica soul. Tutte queste influenze artistiche rendono questo album originale a tal punto da essere l opera musicale più unica e riconoscibile di Jackson.
Si parte con "Jam" e subito il ritmo si fa intenso (sembra voler ricordare la frenesia di "wanna be startin' something). Arrangiamenti pomposi con fiati, suoni artificiali e un cantato inteso pieno di quella voce rauca e rabbiosa che in questo album si sostituisce alla limpida e melodica degli album precedenti. Si capisce subito che con "Jam" inizia il rinnovamento dello stile che si conferma nel POP SPAGNOLEGGIANTE di "Why You WannaTrip On Me" e nella quasi erotica "In The Closet". Il fondo musicale è continuamente farcito da un ottima elettronica e ci porta piano piano al primo momento calmo di "Heal The World" dove l'idea di ballad di jackson riconferma le doti compositive epiche di "We Are The World", egli si ripete infatti con un altro classico molto emozionante. Troviamo dopo il capolavoro "Black Or White" che insieme a "Give in to me" ci dimostrano come Jakcson sia in grado di scrivere capolavori rock che si aggingono a "Beat It" e "Dirty Diana" (immaginate un album tutto rock sul piano di questi pezzi e ditemi cosa sarebbe successo).
Arriviamo alla fine con l'emozionante gospel di "Will You Be There", la dolce e raffinata "Gone Too Soon" e la chiusura della title track che riassume tutto il concetto sonoro dell album. Perchè Michael Jackson era questo: un raffinato compositore in grado di scrivere perle pop memorabili ed eterne senza mai ripetersi; e quando un album come questo della durata di ottanta minuti verrà riconosciuto come capolavoro da tutti allora si che Jackson sarà compreso musicalmente.
ps: io ascolto brit pop, prog '70, beat, psichedelia e rock 60-70.... avete capito cosa intendo?
grazie
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