Il marchio “Michael Jackson” è purtroppo diventato sinonimo di “pedofilia” “pelle sbiancata” “psicopatico”, basta pronunciare il suo nome per scatenare reazioni negative da parte del popolo, un vero peccato! Io penso che bisognerebbe fare una distinzione tra vita privata e vita artistica, ma pare che questa ultima sia stata dimenticata da gran parte della popolazione, non solo per via dei mille pettegolezzi della stampa scandalistica, ma anche per una mancanza di creatività da parte dell’artista (sottoposto a continui stress psicologici e vittima di un sistema marcio nell’industria discografica), che cosa è successo a Michael Jackson?
Invincible è il suo ultimo album (2001), un disco di canzoni inedite dopo 10 anni dal suo capolavoro sottovalutato Dangerous. 10 anni di attesa e un costo di produzione epocale (l’album più costoso della storia!), fans in delirio, stampa e media pronti a mettere le mani addosso al nuovo lavoro del “mostro”, tanti anni di attesa e tanta speranza di ascoltare un nuovo disco capolavoro…. Ma purtroppo qualcosa è cambiato! E non in meglio.
Invincible è un album ReB che si divide tra classicismo e tecnologia, un viaggio che vuole esplorare il mondo di Michael Jackson riprendendo le sue origini (geniale performer di ballate melodiche e ritmiche che cambiò per sempre la storia del pop) e il suo stato attuale (artista capace di adeguarsi ai tempi sfruttando i mezzi moderni per piacere alla nuova generazione, con canzoni elettroniche e futuristiche), ma questo esperimento purtroppo è riuscito a metà! La sensazione che si ha ascoltando questo album è quella di essere in una Ferrari testa rossa che però non riesce a partire, c’è la tecnologia, ci sono milioni di dollari, ci sono tantissimi ospiti d’eccezione (tra cui Carlos Santana nella bellissima e latineggiante “Whatever Happens” e il defunto Notorius Big campionato in “Unbreakable”) ma manca lui…. Manca Michael Jackson!!, ci troviamo di fronte ad un bravissimo interprete ma niente di più, il carisma, lo stile, le emozioni che riusciva a trasmettere con gli altri album, i suoi urletti, la sua vena geniale, non ci sono più! Quello che si riesce a percepire durante l’ascolto è solo “metodica”, come se Jackson fosse stato costretto a fare questo album (ipotesi plausibile per moltissimi). Il primo scopo (mancato) di questo disco è quello di piacere alla nuova generazione, si parte con tre canzoni ritmiche concepite per le piste da ballo, che spaziano dal ReB futuristico all’elettronica pura, le tre canzoni sono “Unbreakable” “Heartbreaker” “Invincible”, che riescono a coinvolgere l’ascoltatore ma non per molto, le ritmiche sintetiche e la velocità esecutiva piuttosto lenta, alla lunga annoiano, la migliore delle tre è senza ombra di dubbio “Unbreakable” (pianola classica, percussioni marcate, la stupenda voce di Michael e uno splendido finale con coro), ma sei minuti e venticinque secondi sono troppo lunghi, ed è proprio questo uno dei principali difetti dell’album, troppe canzoni e troppo lunghe (sedici canzoni di quasi 5/6 minuti l’una!!!). Se Michael Jackson delude molto in campo futuristico (ricordiamo che le canzoni dell’album Dangerous furono considerate 15 anni in anticipò rispetto ai tempi e ancora oggi vengono campionati i suoni dell’album per creare musica attuale!) riesce sempre a trasmettere emozioni nelle sue ballate, “Break of Dawn” è la prima ballata dell’album, un ottima canzone adatta per fare l’amore, cantata in maniera divina ma un po’ monotona verso il finale, “Heaven Can Wait” passa quasi inosservata e al di sotto della media, “You Rock My World” fu il singolo che portò nuovamente il nome di Michael Jackson alla ribalta(singolo numero uno in gran Bretagna e quarto in Italia), una canzone non all’altezza dell’artista ma che riesce a ricordare discretamente le sue origini canore e musicali, l’unico successo delle 16 canzoni!. “2000 Watt” “Threatened” e “Privacy” sono canzoni per riempire le discoteche(soprattutto le prime due, mentre la terza è un Rock di protesta contro la stampa scandalistica), si ballano all’inizio ma come al solito dopo una decina di ascolti c’è già un calo di interesse. Penso che i difetti principali di questo album sono dovuti gran parte ai collaboratori di Michael, i tempi del geniale Quincy Jones sono un lontano ricordo, a produrre questo disco c’è stato quel Rodney Jerkins che ha lavorato con Britney spears e Destiny child, e le canzoni sono state composte a sei mani!! Cose assurde per un album del più grande artista pop del secolo! Manca il Michael compositore. Il disco regala comunque un paio di perle scritte interamente da Michael Jackson, il capolavoro “Speechless”(uno dei momenti più alti della sua carriera, introduzione e finale a cappella, fu paragonata a “Immagine” di Jon Lennon) e la tristissima ma stupenda “The Lost Children”, due canzoni però non bastano a risollevare un album a mio avviso troppo meccanico e senza anima, Michael ha sbagliato collaboratori.
Questo album è stato considerato un FLOP! Un flop da 10 milioni di copie!!! Questo per far capire che il nome di Michael Jackson è ancora grande, 10 milioni di copie vengono vendute da un gruppo di successo alla fine di una carriera, ma per Michael Jackson è un flop!! I fans (e lo stesso Michael) sostengono che la sony abbia boicottato l’album per problemi finanziari, La sony voleva venire in possesso del catalogo miliardario dei diritti d’autore dei Beatles, in possesso da Michael, ma lui si rifiutò, decise di non rinnovare il suo contratto e il presidente Tommy Mottola decise di ritirare la promozione di Invincible… fu guerra!. Altri invece sostengono che l’insuccesso dell’album è dovuto solo alla scarsa qualità del prodotto. La verità non si saprà mai, l’unica cosa che si sa è che questo album manca di “anima” ma è pur sempre un album di qualità, il suo autore è ormai vittima di un sistema che lo sta portando all’autodistruzione(che ovviamente si è cercata anche lui) mettendo da parte sempre di più l’artista(affidandosi soprattutto a persone sbagliate). Quello che mi dispiace è che la generazione di oggi non ha potuto conoscere la vera potenza di questo genio della musica, e sono ormai “Convinti” che Jackson sia tutto tranne che qualcosa di buono. Non so se un giorno questo fenomeno mediatico riuscirà a imporsi nuovamente come grande artista musicale alla nuova generazione, ma per doveri di cronaca è giusto ricordare quello che Michael Jackson ha rappresentato per il mondo della musica dagli anni 70 fino alla metà dei 90. La più grande pop star del pianeta, e senza esagerare l’artista pop/rock più famoso di tutti i tempi. Con la speranza di un ritorno alla ribalta, non ci rimane altro che mettere per l’ennesima volta quel capolavoro di “Off The Wall/Thriller/Bad/Dangerous” nel nostro lettore cd e continuare a sognare.
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