Recensione album Thriller di Michael Jackson
Il 1 Dicembre del 1982 viene pubblicato l’album Thriller di un giovane Michael Jackson che da qualche anno aveva stretto un ottimo rapporto di collaborazione musicale con il famoso produttore Quincy Jones. L’opera scaturita da questa collaborazione ha avuto una risonanza e un impatto tale da risollevare le sorti del mercato discografico mondiale che in quei tempi era in crisi. Thriller è ad oggi l’album più venduto di sempre, si contano circa 110 milioni di copie vendute ma il numero aumenta ogni anno. La peculiarità di Thriller è che questo album, grazie alla sua semplicità e alle sue melodie senza tempo, è riuscito ad abbattere tutte le barriere etniche nel mondo della musica. L’opera di Jackson ha permesso alla musica nera di inserirsi nelle case della gente bianca da sempre legata al rock e ad altri generi diversi. Il pop di Thriller è davvero vario perché in esso sono presenti rimanenze della disco anni 70’, miste a r’n b e hard rock e funky.
L’album si apre con la famosa apripista “Wanna be starting something”, pezzo molto energico dalle forti influenze Funky, i cui ritmi serrati hanno riscosso molto successo specie nei live del cantante. Il pezzo parla delle paranoie di Jackson nei confronti dei mass media, tema affrontato in tutti i suoi lavori successivi. Un vero cult sono i cori finali che campionano un brano del sassofonista Manu Dibango. La seconda traccia, “Baby be mine” riprende i ritmi e le sonorità del precedente album “Off the wall” di Jackson, il pezzo è molto raffinato per via della ricercatezza dei suoni usati. Il terzo brano ,”The girl is mine” è frutto della collaborazione con Paul McCartney e si notano molto le influenze dell’artista britannico in questo pezzo molto leggero e dai toni rilassati, anche questo è un vero classico. La vera grandezza di Thriller la si avverte dalla quarta traccia. la title-track è un vero capolavoro jacksoniano senza tempo, dalle ritmiche accattivanti rese tali dalle chitarre funky e dalla linea di basso energica. Il brano è arricchito da rumori di porte che scricchiolano e dagli ululati di lupi che enfatizzano le tematiche horror trattate nella canzone.
L’album prosegue con il pezzo hard rock funky “Beat it”che vede la partecipazione del noto chitarrista Eddie Van Hallen nell’assolo del bridge. Il brano è anch’esso un classico anni 80’ e ad esso va il merito di aver avvicinato la musica di Jackson ai gusti dei bianchi decretandone così il successo internazionale. Il brano tratta il complesso tema delle lotte tra bande nelle strade. A questo punto siamo arrivati al fulcro centrale dell’album, parliamo del pezzo forse più famoso del catalogo del cantante, “Billy Jean” è una mid-tempo dalle sonorità dance miste all’r’n b ed è tutt’oggi vista come una delle canzoni che hanno ridefinito il genere pop moderno, grazie al giro di basso sincopato e dal ritmo della batteria, capolavoro. La settima traccia è la melodiosa “Human nature” le cui sonorità sono state curate dalla band Toto. Le musiche evocative associate alla voce melodica del cantante e al testo molto introspettivo hanno reso il brano molto celebre e soggetto a varie covers. La penultima traccia è un’ennesima prodezza pop dai ritmi funky, si parla di “Pretty young thing” le cui melodie sono scandite dal ritmo del bongo e dai cori femminili molto coinvolgenti. L’ultima traccia dell’album è la sofisticata ballata romantica “The lady in my life”, altro ever green le cui melodie soft sono accompagnate da una voce quasi sussurrata del cantante.
Così si conclude Thriller, un album davvero unico che rimarrà sempre un vero mezzo di paragone per qualunque opera pop contemporanea. Un’opera che segna in modo indelebile la musica popolare.
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