25 anni fa un nero era destinato a mettere la sua impronta nella storia musicale. 25 anni fa nessuno avrebbe scommesso sul successo mondiale di un afroamericano con una naturale propensione per ballo che aveva fatto una discreta fortuna tra i bianchi con la disco music, destinato a spegnersi nelle nuove tendenze degli anni 80.

Però, dopo aver prodotto con il leggendario Quincy Jones una perla, anzi, 9 perle della funky-dance racchiuse nel capolavoro chiamato "Off The Wall", ecco che il suddetto nero che tira fuori dal cappello un Album con la A maiuscola. "Thriller" è, infatti, uno di quei pochi album che riesce ad unire la musica "nera", allegra e danzereccia, a quella "bianca" più moderata e rockettara all'epoca. "Thriller" è infatti universale. Unisce le due culture proponendo se non un "nuovo" genere un pop raffinato e completo. Avvicinandosi alla perfezione dunque. Io mi prendo l'impegno di recensire il mio primo disco anche se so in realtà che verrete a dire "Jackson di qui" e "Jackson di là. Però occorrerebbe fare una distinzione fra persona e artista. Comunque, dicevo, che le ingenuità sono veramente piccole pozzanghere al confronto dell'oceano di pregi musicali che questo album offre.

Partendo dalla prima traccia si può scoprire come il buon Jackson e il buon Quincy abbiano messo le radici nere sapientemente integrate con i canoni bianchi: "Wanna Be Startin' Something" è infatti un puro brano ad alto tasso dance che riprende le radici del precedente disco e che apre ottimamente le danze (fra qui il celebre "mamase mamasa mamaccussa è stato ripreso da Rihanna nel suo "Don't Stop The Music"). Presenza obbligatoria in un disco di Michael Jackson. In "Baby Be Mine" Jacko ci fa ascoltare la sua voce calda in un coinvolgente R&B. Il pezzo meno famoso del disco che però alcuni musicisti professionisti come Rodney Jerkins e Pharrel Williams la considerano un capolavoro. “The Girl Is Mine” rapprenta l’unica ingenuità del disco. Il testo è alquanto banale così come la musica di sottofondo, tutto sommato però la canzone è ascoltabile anche se al di sotto degli standard jacksoniani. I primi carichi pesanti dell’album arrivano con la prima della triade, “Thriller”: il leggendario video che supporta la canzone è un tripudio di effetti speciali (relativamente rivoluzionari a quell’epoca) con coreografie che sono rimaste nella storia. La canzone stessa è un misto fra musica dance, rock e R&B. Come atto finale, il rap di Vincent Price che conferma l’atmosfera oscura è l’horror dell’album. Pezzo storico.

"Thriller" è un album completo perchè non manca proprio nulla: molti generi si possono trovare ai massimi livelli. “Beat It” è il rock dell’album. Il testo duro crea contrasto con la voce soave di Michael. Da notare che l’assolo di chitarra elettrica è suonato da Eddie Van Halen (il quale quando l’allora agente di Jackson lo chiamò lui riattaccò due volte il telefono perché non credeva fosse vero). Comunque la canzone che più verrà ricordata di Thriller non è la title-track e nemmeno ”Beat It”, bensì un altro pezzo, che è stato trasmesso dalle radio e nelle discoteche di tutto il mondo. Ovviamente sto parlando di “Billie Jean”. La batteria iniziale è semplicemente leggenda e non ci sono generi per catalogare questa perla e sinceramente non mi prendo nemmeno la briga di farlo. “Billie Jean” è una di quelle canzoni che verrà ricordata finché la musica esisterà. Immortale. “Human Nature” è un viaggio nella mente umana e nei suoi interrogativi più profondi. Il testo e la melodia la rendono un pezzo di altissimo livello, uno dei migliori dell’album. “P.Y.T.” è un funky a cui partecipano le sorelle di Michael: Janet e LaToya. Il pezzo è un misto fra l’R&B e leggere incursioni rock e, nonostante il testo leggermente sdolcinato e mieloso, è comunque una gran bella canzone.

L’album si conclude con “The Lady In My Life”, un soul dove Michael sfodera le sue doti di interprete con una voce calda e sensuale. 25 anni fa l’album uscì e solo dopo un anno si seppe quanto relativamente vendette. Comunque, a dispetto di chi critica Jackson, io consiglio caldamente l’album che non potrebbe altrimenti mancare alla vostra collezione.

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