Sequel letterario del capolavoro che ha fatto apparire per la prima volta sullo schermo Al Pacino e Robert De Niro (nel "Padrino parte II" non si incontravano mai). "Heat 2" è legato alla miglior pellicola di Michal Mann, che qui scrive assieme a Meg Gardiner il suo primo libro a quasi 80 anni. E ci si chiede perchè non l'abbia fatto prima, lui che è conosciuto ai più come regista, in realtà è anche un ottimo sceneggiatore. Infatti "Heat 2" assomiglia proprio ad una lunga sceneggiatura, che approfondisce il materiale originale, in cui si può riuscire ad immaginare i protagonisti, le loro sensazioni, le loro azioni, gli ambienti, gli estern. Si va dal 1988 al 2000. Mann è capace di far rivivere quei periodi in modo eccellente con una struttura non lineare. Una scrittura dettagliata, come il suo modo di dirigire dietro la macchina da presa, il suo stile è riconoscibile e va di pari passo con la sua regia.

Un romanzo semplicemente imprescindibile per chi come me è letteralmente in fissa con "Heat - La Sfida", perchè si esplora il presente, il passato e il futuro partendo proprio da quel 1995 in cui Vincent Hanna fredda Neil McCauley all'aeroporto e Chris Shiherlis si mette in fuga dopo aver cercato di contattare Charlene che è stata messa in custodia dalla polizia. Chris, grazie all'aiuto di Nate, riesce a scapppare, attraversando il Messico per poi rifugiarsi in Paraguay, dove pian piano scala le gerarchie della famiglia malavitosa taiwanese Liu, oltre a intrecciare una relazione amorosa con la figlia del boss. Nei flashback del 1988 si raccontano le gesta di Hanna che a Chicago tenta di acciuffare un imprendibile psicopatico criminale chiamato Otis Wardell, il quale dopo varie vicessitudini si trova a contatto con Neil McCauley, anch'esso a Chicago per fare un importante colpo. Poi nel 2000 a Los Angeles le vicende convergono con risultati spettacolari.

"Heat 2" amplia i specialmente i caratteri di Vincent Hanna, Neil McCauley e Chris Shiherlis, donando nuove prospettive di quello che succede nell'originale filmico. Per esempio la famosa frase di Neil in cui dice "non fare entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in 30 secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l'angolo", prende nuovi significati in base agli eventi che accadono nel suo passato. Stessa cosa per Hanna e Chris, dove nel primo aumentano sicuramente le zone d'ombra, il secondo che dopo aver rischiato la vita, invece riesce ad avere quasi una rinascita, aumentando la propria consapevolezza e forza interiore.

Se devo trovare dei difetti probabilmente sono nella scelta di utilizzare cose che nel 2000 trovo difficile siano state già scoperte, come il Deep Web e altre.

Per quanto riguarda l'annunciata trasposizione cinematografica, nonostante mi fidi del grande Mann ho un po' di dubbi:
- Mann ha 80 anni. Sarà in grado di reggere una grossa produzione come questa?
- Amo praticamente quasi tutto di Mann, ma le ultime cose a mio avviso non sono riuscitissime, ovvero "Nemico Pubblico" e "Blackhat".
- Il libro è molto ampio (circa 550 pagine), fare un film la vedo dura. Minimo sarebbero tre ore di durata e comunque bisognerebbero tagliare diverse cose. Personalmente ritengo più appropriata una mini serie di circa 6/8 puntate da un'ora ciascuno, anche se l'idea di portarlo sul grande schermo rimane di grande fascino (non oso pensare cosa potrebbe venire fuori con la sequenza finale sulla superstrada).
- Non ci sono notizie ufficiali ma bisogna capire che strada prenderà il difficile re-casting: si parla del ritorno Al Pacino, è praticamente impossibile riprenda il ruolo di Hanna, dato che se nel primo film ha più o meno 50/55 anni, passati 5 anni ne avrebbe al massimo 60. Ora ne ha 84, fate un po' voi... ci sono voci su Austin Butler (quello di "Elvis") nel ruolo di Chris e qui mi sento di dire che potrebbe essere un'ottima scelta (Val Kilmer oltre all'età, ha problemi di salute). Si è parlato anche di Adam Driver (che proprio con Mann sta lavorando al film su Enzo Ferrari), bravissimo attore, bisognerà capire che ruolo farà, difficile sia Hanna (troppo differente fisicamente), più probabile Neil da giovane oppure dello psicopatico Otis Wardell.

Vediamo cosa succerà. Io intanto consiglio assolutamente questa opera prima di Michael Mann (e non dimentichiamo l'aiuto fondamentale di Meg Gardiner), fa quasi ridere pensare che un gigante simile scriva il suo primo e bellissimo romanzo a quasi 80 anni.

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