Il buono e il cattivo. Lo sbirro e il ladro. La giustizia e il crimine.
Argomenti (e scontri) non di certo nuovi, ma terribilmente efficaci. Se interpretati da due autentici mostri (sacri), la goduria è elevata al cubo.
Lo sbirro, Vincent Hannah (Al Pacino, è necessario aggiungere altro?), è uno con le palle: laureato, un curriculum da impallidire, ex militare, vari matrimoni falliti a causa dell'ossessione per il suo lavoro. Il ladro, Neil McCauley (Robert De Niro), è uno scaltro ed ormai piuttosto attempato criminale, in attesa dell'ultimo colpo, quello della vita. Le loro vite si intrecciano con vari personaggi: la moglie e la figliastra di Vince (quest'ultima una Natalie Portman praticamente in fasce), la banda di Neil (tra cui spicca un Val Kilmer ai tempi in stato di grazia), la donna di quest'ultimo (la stupenda Amy Brenneman - N.Y.P.D. Blue, Giudice Amy - ).
Tutti questi personaggi e le loro storie ruotano attorno al duello che si apre fra i due protagonisti, che arrivano addirittura ad incontrarsi in un ristorante (il Kate Mantilini di Wilshire Boulevard, Beverly Hills, realmente esistente) davanti ad una tazza di caffè per parlare delle loro (alla fine tristi) vite.
Vince confessa la sua preoccupazione per l'ennesimo matrimonio che sta per fallire, Neil puntualizza che lui una vita sentimentale decente non può permettersela ("non essere coinvolto in nulla da cui tu non possa sganciarti in trenta secondi netti"): concluderanno, comunque, che entrambi continueranno a fare ciò che gli riesce meglio, il ladro e il poliziotto.
Un cast da rabbrividire: oltre ai succitati, spiccano John Voight (papà di Angelina Jolie), Tom Sizemore, Ashley Judd, William Fitchner e Tom Noonan.
Michael Mann dirige il tutto attraverso una regia asciutta ed incisiva, gestisce al meglio il "duopolio" delle superstars ed incastra benissimo i vari personaggi "satellite" nelle vite dei due protagonisti, aggiungendo sparatorie raramente così spettacolari (mostruosa quella finale, dopo la rapina in banca). Bravissima anche la Judd nel ruolo di "pupa del criminale con figlio al seguito".
Volendo azzardare un confronto, leggermente meglio Pacino di De Niro, in virtù soprattutto di un'interpretazione perfetta dello sbirro nevrotico (memorabile la sclerata rivolta all'amante della moglie: "Posso anche accettare che ti sbatta mia moglie, se a lei fa piacere, ma non posso accettare che tu stia stravaccato sul divano a vedere la mia televisione del cazzo!"), ma comunque entrambi tengono alta la bandiera dei duellanti.
Un grande pellicola d'azione, innanzitutto, ma anche uno dei duelli più belli ed interessanti mai visti al cinema. Bellissimo film.
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