In un lido paludoso alla ricerca di The Master

Gli anfibi cominciavano a pesare. L’odore infame che al principio pensavo provenisse da questa landa tumefatta, una volta lido turistico, molto probabilmente esalava dai miei calzettoni compressi nel cuoio nero. Distratto dal fetore pervasivo, non mi ero reso conto di un figuro gracile intento a bucare la sabbia con una pala su una duna dantesca. Era lui, era sul serio The Master Of Heavy Metal? (ormai solo the master…) Lo avrei scoperto di lì a breve.

io: “Salve tu!”
il figuro continua a scavare non da segni di voler prestare attenzione. La sua lunga chioma nera ondeggia nel aree.
io: “Romeo è tornato.”
gli occhiali del longilineo figuro mi fissano per un attimo, il tempo si ferma. The Master voltando il capo verso di me, inizia a fissarmi. E’ fatta.
io: “Sapevo che avresti capi…”
the Master si volta e trascinando faticosamente la pala, s’incammina verso la palafitta palustre
io lo seguo, a dire il vero senza troppa fatica…
The Master: “lo sai che ho smesso”
io: “dagli una possibilità, un ascolto, ho un vinile in edizione limitata birmana autografato dal negoziante ancora intonso nella sua custodia, come piace a te...poi decidi, ma sai, stavolta lo sento, è come se fosse di nuovo il ‘98”
The Master: “lo hai detto anche quando è tornato Barlow negli Iced Earth...mi viene la nausea. Gruppo che era comunque già finito senza Shawver. Lo sai che non ne devo parlare che poi sto male. Sono qui in completa solitudine per dimenticare il metal classico... è tutto finito.”
io: “un ascolto. Te lo chiedo in onore della Setta Dei Bardi Estinti, nei fai ancora parte...se ti piace, nei fai una recensione per la rivista, con una sola tua parola potresti risollevare le nostri sorti…”

Recensione “War of the Worlds - Pt.1”

Miei cari lettori, non vi voglio illudere con queste poche e inutili righe. Il metal classico è morto già da tempo. Qualcuno rintraccia il tragico evento al 1998, ma nel vostro inconscio sapete bene come sono andate le cose. No, non si tratta solo di vecchiaia, ma lo spirito dei tempi ci ha sottratto ogni residua possibilità di essere estremi, in una parola metal. Quando lasci andare i membri del gruppo per sfruttare il marchio (Iced Earth), quando sfrutti il marchio e dimentichi chi sei (In Flames), quando pensi di essere Mozart in versione fanboy (Blind Guardian) e quando una cantante finlandese d’opera canta del pesciolino Nemo (ok non è proprio così, ma proprio non li reggo) e tutti li a imitarli, lo sai che le cose non andranno a finire bene. Gli Iron Maiden? Buoni un paio di dischi, poi sono diventati una rock band camuffata da metal band (ma nemmeno troppo). Sento uno spasmo risalire dal mio profondo. Passiamo oltre. Ai Symphony X avevo creduto. Mai un cambio di formazione dal 1995. Gente solida, preparata. Si erano persino spinti fino al 2002 a far bene, poi hanno iniziato ad auto citarsi come quelli di San Francisco, pure nel titolo dell’album. Eppure, nel mio cuore, la chitarra di Michael Romeo sentivo che aveva qualcosa da dire. Non confondetevi con l’esordio ambizioso solista ‘The Dark Chapter’, uno strumentale a misura d’ Ego. Una volta sistemato il conflitto con lo specchio del reame, ha mostrato negli X di cosa è capace. Eppure il titolo del nuovo solista puzza come gli anfibi marci del mio amico, voglio dire “War of the Worlds - Pt.1”, ci mancava un’altra opera serie in tempi dove lo streaming domina nefasto sulle vostre deboli anime. Poi stavolta non si tratta di uno strumentale, ma Romeo ha tirato fuori dall’america migliore (non quella del biondo duck), musicisti con i balls. Quando leggi i nomi dei musicisti e ti rendi conto che puzzano pure di origine misto italiana o che ne so...Non ci sarebbe nemmeno da aggiungere altro. Però questo è il mio testamento e non vi è andata così bene. Facciamola breve. Sto Rick Castellano alla voce? Lo sanno solo gli dei quanto è bravo, con quella voce fa quello che gli pare senza spaccare le palle, ma anzi. Per il resto ricordano i Symphony X senza Pinella (tastierista), ma laddove le tastiere di quello, creavano poesia, il solista di Romeo crea una sinfonia potente in un equilibrio con la batteria di Macaluso (ex Ark, ex Yngwie Malmsteen ed ex TNT) e il basso di DeServio (Black Label Society). Non vi nego che durante l’ascolto di un brano come ‘Black’ mi sono commosso, certo per un breve momento quel titolo mi ha fatto ripensare ai miei amati Jag Panzer, ma più quanta forza! quanta oscurità nella notte del Romeo. I polpastrelli inumiditi dal caldo e dal mio cuore debole sussultano nello scrivere di ‘F*cking Robots’, sogni robotici in una progressione ipnotica e goduriosa, gustosa come un Donut all’alba. Temo di dovermi fermare. Sono troppo vecchio per queste cose. Magari prima vi suggerisco ‘Differences’, ma devo andare, sento che potrei convincermi che gli zombie non sono morti per davvero e il metal classico è risorto come un donut rosa nel deserto.

scritto da: The Master (nel pieno delle sue facoltà visionarie)

Epilogo struggente in FB minore

Confesso. Ho fatto tutto questo per un paio di like. Sapevo che The Master aveva ancora un buon seguito, ero certo che l’hype per il nuovo disco di Romeo e il ritorno del recensore estinto, avrebbero potuto salvare la rivista ‘Il Martello Metal’ dall’oblio...In realtà non so nulla. Una volta postata in rete ha totalizzato tre like, un faccia che ride (piuttosto ambigua) e uno solo sorpreso con l’aggiunta di un paio di commenti:

Gaetano Sorensen: stai messo male amico, cioè i Maiden, no mai i Maiden dico!??!?? (ha preso 10 like)

Max Mastrangelo: ahah...ti confondi con Romero, quello è morto per davvero.

Epilogo Anfibio

Fortunatamente The Master viveva recluso senza internet, senza uno straccio di contatto con il mondo esterno. Lo vado a trovare.

The Master: “non puoi evitare gli anfibi quando vieni qui?”

Io: “sono ortopedici, sai che ho problemi alla schiena…”

The Master: “com’è andata?”

Io: “alla grande! Abbiamo avuto un milione di li…”

The Master: “già. Le cazzate me le dici dopo un paio di birre.”

Io: “già.”

p.s. dedicata a chi vuole ancora crederci.

Carico i commenti...  con calma