Un cielo con due nuvole opposte. E in mezzo un azzurro limpido con soltanto un filo bianco che lo attraversa e divide in due e allo stesso tempo collega le due nuvole.
E' la musica del gatto di Michael Rother e forse quella linea non è altro che un graffio nel cielo della Katzenmusik, che non ammette suddivisioni di ogni genere: un unica title track in dodici movimenti, da scoltare rigorosamente in ordine. Cacciate chiunque dalla vostra stanzetta e lasciatevi portare via in alto da michael. Si inizia.
Tempo pochi tocchi (di classe) con la sua chitarra e ti porta dentro quella copertina dell'album, ma poi irrompono i graffianti sintetizzatori, ciclici come la sua musica, leggeri come una nuvola che un ritmo ben definito di batteria sostiene. E si calma, poi altri tocchi di chitarra fanno da rampa per l'esplosione finale, un orchestra sintetica, ma vera. Rieccola riapparire la chitarra, dopo una 30 secondi per rifiatare, stavolta più asciutta ed essenziale sembra non decollare mai nella sua tranquillità interrotta solo da piccole parentesi di riff orientaleggianti, che aprono la mente e la distendono prima dell'ennesima escursione tra l'arcobaleno dei sintetizzatori, che anche qui, si fanno attendere, e un po hanno vergogna lasciandoci per la maggior parte del tempo con quel motorik con i piedi ben saldati a terra, e quella chitarra che sembra venga sfiorata dal vento e mentre tu ti riprepari all'esplosione finale, ecco che il tutto viene cancellato da una nota sola, l'unico ricordo della sinfonia, come una arcobaleno che è da testimone di un temporale. Ma poi anche le nuvole sembrano addensarsi dinuovo, ed ecco dei nastri manipolati, ricordo di un'esperienza personale di Michael che fù, artificiosi che bene si accostano ad una batteria naturale e semplice, ed è come osservare lo scorrere delle goccie d'acqua sul nostro vetro del passeggero mentre corrono via portate dal vento, così questa armonia va scemando, lasciando il posto dinuovo all'arcobaleno, alla gioia, la rugiada. E rimani ipnotizzato da un motivo tanto incantevole nel ripetersi all'infinito. Ma purtroppo nulla è per sempre, e neanche quest'album sfugge a questa legge. Anzi, ci va molto vicino.
Perchè Katzenmusik nei suoi 40 minuti sembra una sinfonia atemporale. Potresti giurare di aver sentito già quelle note precedentemente in qualche altra traccia dell'album. E mentre ti sforzi per capire, magari in uno dei momenti di pausa dell'ulbum, ecco che ti ritrovi di nuovo a canticchiare quei un-due-tre di note che ti entrano dentro e arrivi ad una conclusione. Questa è musica celestiale che non potrà mai stancarti, anzi solo stupirti all'ennesimo ascolto, perchè un bel cielo limpido, anche se visto miliardi di volte, non perde mai il suo fascino e mette sempre di buon umore. Così questo è un cielo limpidissimo, con soltanto un filo bianco che lo attraversa: bè quella è la Katzenmusik, quel filo, come se lo stessimo attraversando in equilibrio in punta di piedi, tanto netto nel dividere e graffiare il cielo, che piacevole nella sua costanza e serenità. Fine.
Carico i commenti... con calma