A quei tempi per scrivere qualcosa di originale non ci volevano solo le mani, qualche buona idea ed una forma/lessico vincente. Caratteristica ben più importante era poter disporre di un paio di grossi zebedei. Nel maggio del ‘26 la polizia segreta entrò a casa sua: non per un bicchiere di vodka liscia e discorrere del più e del meno, ma per prendere alcuni scritti tra i quali “Cuore di Cane”. Bulgakov in merito all’opera dovette in parte ritrattare, accampare qualche scusa ed affermare, senza troppa convinzione, che il racconto era risultato più forte di quanto non fosse nei reali intenti. I suoi primi lavori teatrali trovarono in Stalin un convinto appoggio e forse fu proprio per questa tiepida simpatia/rispetto che riuscì a sopravvivere agli anni del terrore del decennio successivo ed a scrivere, con enormi difficoltà, quel capolavoro di “Il Maestro e Margherita”. Non fu un contro-rivoluzionario, in quanto non fomentò il dissenso, ma di certo non provava simpatia per un regime che riuscì a fotografare grazie a lavori brillanti, originali e coraggiosi come questo, che lo hanno reso, decenni dopo la sua morte, uno dei pilastri della letteratura del ’900.

Le strambe avventure del cane Pallino, tramutato in uomo a seguito di un trapianto di testicoli e ipofisi umane, che potere sovversivo dirompente potevano avere per la polizia russa del tempo? Ad una prima superficiale analisi parrebbe solo un delizioso e divertente racconto, efficace e veloce nei dialoghi vivaci tra i due protagonisti, dai contorni surreali e dalle tinte drammatico sarcastiche.

La “Nuova Politica Economica” fu un doloroso passo indietro nei confronti degli ideali rivoluzionari ai quali Lenin mirava. La Russia tuttavia agli inizi degli anni '20 non era ancora pronta per un socialismo puro e la N.E.P., che tra le altre cose ripristinò la proprietà privata, se da un lato rafforzò economicamente lo stato dall’altro lo destabilizzò socialmente privandolo di quelle certezze raggiunte dopo anni di sanguinosa guerra civile.

Un povero cane ferito e morente verrà tratto in salvo e nutrito da un noto chirurgo che a distanza di mesi lo sottoporrà ad un estremo intervento chirurgico (il cui fine era trovare una via per il ringiovanimento) che per errore lo trasformerà in un uomo. L'essere fisicamente somiglia ad un essere umano adulto, ma il comportamento assolutamente deprecabile del signor Pallinov, se di primo acchito può far sorridere il lettore, testimonia con cinico realismo lo stordimento e l’incapacità di accettare questo improvviso cambiamento imposto con la forza. Il libro è quindi una fotografia del tempo e di una società fragile: il cane ovviamente incarna il proletariato vittorioso dopo la rivoluzione ed il repentino ritorno alle fattezze canine è fin troppo esaustivo. Lo scontro tra il professore benestante di fama mondiale e gli esponenti del regime non lascia nulla al caso e rende, nei suoi dialoghi ficcanti, la spaccatura sociale netta che acuì le distanze tra le classi sociali.

Ma “Cuore di Cane”, come “Uova Fatali” (consigliatissimo), è anche un "j’accuse" nei confronti della scienza, ormai senza più limiti e libera di sperimentare qualsiasi mostruosità: “Pallino(v)”, per quanto possa risultare nei suoi modi assai simpatico, appare come un fratello di Frankestein. Ai tempi dello scritto, infatti, in Russia erano stati pubblicati diversi articoli riguardanti esperimenti di ringiovanimento con l’utilizzo di scimmie come cavie.

Se infine vogliamo analizzare il testo togliendolo dal contesto storico, l’opera ha l’enorme pregio di essere ancora attuale focalizzandosi sull’uomo contemporaneo e sul suo egocentrismo: crede di essere l’artefice delle proprie azioni, non realizzando che spesso è poco più che un mero oggetto della storia.

Non sono certo di aver fatto un buon lavoro, ma spero che il tempo speso possa avvicinare qualche neofita a Bulgakov così come la recensione di "Il Maestro e Margherita" ha fatto con me.

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